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Elezioni in Lombardia, Bussolati (Pd): “Vinciamo le amministrative per poi prenderci la Regione”

L’intervista di Fanpage.it al Consigliere regionale in Lombardia Pietro Bussolati (Pd), un’analisi delle sfide che attendono il più grande partito di centrosinistra sul territorio lombardo. In testa le elezioni regionali del 2023. “Beppe Sala? Il miglior candidato”
A cura di Francesca Del Boca
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Prima le amministrative di questa domenica 12 giugno, e poi la partita delle elezioni regionali che si gioca nel 2023. In tutti e due i casi, il centrosinistra lombardo ha un solo obiettivo: scalzare il centrodestra (Lega in testa) dagli scranni del potere. Sia nei tre capoluoghi di provincia al voto (Como, Lodi, Monza) e in una città cruciale come Sesto San Giovanni sia dentro il Pirellone, infatti, siede più o meno salda la destra. Chissà se, dopo il voto di domenica, gli scenari cambieranno colore. E chissà se questo, nel caso, per l'opposizione potrà essere l'ariete che riuscirà finalmente a sfondare le porte di Palazzo Lombardia. Fanpage.it l'ha chiesto a Pietro Bussolati, Consigliere regionale tra le fila del Partito Democratico.

A Sesto San Giovanni, l'ex "Stalingrado d'Italia", il Pd ha perso le elezioni nel 2017 e ora anche primarie. Cosa vi aspettate da questa tornata? 

Cinque anni fa a Sesto San Giovanni il risultato elettorale è stato anche figlio di divisioni a livello nazionale. È stata una corsa in solitaria, c'era un clima negativo. Oggi invece lo avverto sull'attuale sindaco Di Stefano, così come vedo una grande divisione nel centrodestra. Nelle primarie è prevalso un candidato non sostenuto dal Pd, sì, ma guardiamo il caso di Milano con Giuliano Pisapia: un candidato esterno al partito ha permesso di cacciare la Moratti e il centrodestra da Milano e aprire una stagione importante per la nostra città.

A Lodi invece il Partito Democratico schiera un aspirante sindaco classe 1997. Che quella dei giovani sia la nuova strada da percorrere?

Torno al modello di Giuliano Pisapia, che ha vinto a Milano nel 2011: un volto nuovo (seppure non giovane anagraficamente) e un sindaco di cambiamento, che ha portato con sé una squadra di giovanissimi. Insieme hanno saputo essere degli amministratori di qualità e hanno costruito un vero e proprio modello, che oggi viene preso come riferimento.

A Como i sondaggi vi danno per favoriti. Merito di …? 

Nelle elezioni comunali il Partito Democratico punta su ambiente, servizi pubblici e di prossimità. Punta sul costruire una città a misura d'uomo senza perdersi in progetti faraonici come lo stadio di Sesto San Giovanni. Forse è questa proposta che funziona, a Como come nelle altre città: una mondo al passo con la vita delle persone.

Queste elezioni servono anche a prendere le misure per le regionali del 2023. C'è già un nome? 

Per quanto mi riguarda penso che il candidato migliore in assoluto sia Beppe Sala, il sindaco di Milano. Anche se lui ha negato qualsiasi interesse per questa partita, a mio avviso avrebbe la giusta forza, popolarità e capacità di tenere insieme una coalizione ampia. Senza contare la sua abilità nell'amministrare e nel comunicare bene le problematiche su cui si è impantanata la Regione a trazione leghista.

Girava però anche il nome di Carlo Cottarelli. 

Una figura di spessore, che darebbe un grande valore aggiunto alla nostra coalizione. Bisogna capire però se davvero vuole dedicare alla Lombardia i prossimi anni della sua carriera, e giocare una partita che non è solo politica ma anche amministrativa. Sicuramente sarebbe un salto di qualità rispetto ad Attilio Fontana, il prossimo candidato del centrodestra.

Sarà lui, alla fine?

Io credo di sì, per quieto vivere. È l'unico candidato che non li fa litigare. Il rischio poi è di andare su un nome di risulta, come è successo alle scorse comunali milanesi con Luca Bernardo.

Si vociferava anche dei due Pierfrancesco, Maran e Majorino.

Due nomi fantastici, che hanno rappresentato la stagione d'oro di Milano. Sono assolutamente nel motore del partito. Sono la città che si sviluppa e allo stesso tempo ha il cuore in mano, pane e libertà.

Ma quindi: primarie sì o no?

Primarie sempre. Uno strumento magnifico. Io mi sono iscritto al Pd proprio per questo.

Alleanza con il Movimento 5 Stelle o no?

Ci sono sicuramente delle differenze innegabili tra noi, ma sulle questioni che riguardano la Lombardia abbiamo una visione comune. Non ricordo una sola volta in cui abbiamo votato diversamente su qualcosa.

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