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Donna violentata nell’ascensore di casa: “L’ho implorato più e più volte di non farmi male”

Una donna di quarant’anni è stata rapinata e violentata nell’ascensore del palazzo in cui vive a Segrate. Ieri, i carabinieri di Milano hanno arrestato un uomo di 31 anni ritenuto responsabile dell’episodio.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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"Mi diceva di star zitta che altrimenti mi avrebbe ammazzato": a dirlo ai carabinieri è stata la donna di quarant'anni che il 21 dicembre scorso è stata violentata a Segrate nell'ascensore del palazzo in cui vive. Grazie al suo racconto, alla descrizione fornita agli inquirenti del suo aggressore e alle indagini è stato possibile arrestare nella giornata di ieri, lunedì 17 gennaio, il responsabile. Si tratta di un uomo di 31 anni e senza fissa dimora.

Il racconto della violenza

A indagare sulla vicenda sono i magistrati di Milano Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro. Lo scorso 21 dicembre, alle 23.57, la donna era appena tornata a casa dopo aver passato una serata con un'amica. Una volta salita in ascensore, come riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", l'uomo è entrato e bloccato le porte dell'ascensore. Subito dopo l'ha colpita e rapinata: dopo che la 40enne gli ha consegnato il cellulare e il portafogli, l'uomo ha iniziato a slacciarsi i pantaloni: "L'ho implorato più e più volte di non farmi del male", ha raccontato la donna ai carabinieri. Un racconto che mostra l'ennesima tragedia vissuta da una donna: "Ero pietrificata dalla paura. Pensavo di morire".

Le indagini degli inquirenti e l'arresto

Dopo aver abusato di lei, il 31enne ha continuato a colpirla e minacciarla. Oltre a dirle di stare zitta, le ha detto di non denunciare l'accaduto: "Mi minacciava – riporta ancora Corsera – che non avrei dovuto dire nulla facendomi credere che mi conoscesse". Solo dopo aver avvertito un rumore all'interno del palazzo, l'uomo è scappato. Arrivata nel suo appartamento, la 40enne ha chiamato i suoi famigliari e poi le forze dell'ordine. È stato quindi portata in ospedale per ricevere tutte le cure necessarie. Dopo la denuncia, sono partite le indagini degli inquirenti. I magistrati sono riusciti a risalire alla sua identità grazie alla descrizione fornita dalla donna, ma anche alle immagini delle telecamere e al Dna. L'uomo infatti ha diversi precedenti e nel carcere di Vigevano erano stato prese le sue impronte digitali. Il 31enne è stato quindi portato in carcere a San Vittore.

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