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Migrante incinta respinta dalla polizia a Bardonecchia muore all’ospedale di Torino

La donna, una nigeriana di 31 anni, era affetta da un grave linfoma: era stata respinta dal confine tra Italia e Francia. I medici sono riusciti a far nascere il figlio di poche settimane.
A cura di Davide Falcioni
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Le politiche del governo francese sui respingimenti dei migranti che tentano di attraversare il confine italiano hanno presentato ancora una volta il conto: una donna incinta di poche settimane e affetta da un grave linfoma è morta all'ospedale Sant'Anna di Torino poche ore dopo essere stata respinta dai gendarmi francesi al confine di Bardonecchia, e dopo essere stata sottoposta a un parto cesareo d'urgenza. B.S., 31enne di nazionalità nigeriana, era stata soccorsa dagli attivisti di Rainbow4Africa. "Le autorità francesi sembrano avere dimenticato l'umanità", dice all'Ansa Paolo Narcisi, presidente dell'associazione che da dicembre ha aiutato un migliaio di migranti. Fortunatamente i medici dell'ospedale piemontese sono riusciti a far venire alla luce il figlio della donna, che pesa appena 700 grammi e le cui condizioni sono estremamente precarie.

Narcisi ha aggiunto:  "I corrieri trattano meglio i loro pacchi". Per l'uomo respingere una donna incinta e malata giunta alla frontiera "è un atto grave – dice ai microfoni del Tg3 – che va contro tutte le convenzioni internazionali e al buon senso, proprio come criminalizzare chi soccorre". Nei giorni scorsi una guida alpina francese ha aiutato a partorire un'altra migrante incinta e per questo rischia una condanna fino a cinque per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. "Tutto questo è indice di una paura strisciante, ma non bisogna avere paura", aggiunge il presidente di Rainbow4Africa, che ha lanciato la campagna Facebook ‘soccorrere non è un crimine'. "Un giorno potremmo esserci noi al loro posto…".

La donna nigeriana morta oggi era stata ricoverata per un mese al Sant'Anna di Torino, seguita dall'Ostetricia e Ginecologia diretta dalla professoressa Tullia Todros e dai medici del reparto di ematologia delle Molinette. E' stata tenuta in vita il più possibile, per permetterle di portare avanti la gravidanza. Il neonato è ora ricoverato nella Terapia Neonatale del Sant'Anna, diretta dalla professoressa Enrica Bertino, assistito dal padre, anche lui respinto al confine di Bardonecchia.

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