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Matteo Salvini indagato per sequestro di persona aggravato: “Rischio 15 anni di carcere”

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è indagato per sequestro di persona aggravato dopo il caso della nave Diciotti. Il capo di accusa è stato modificato dai magistrati di Palermo. “Sono almeno 15 anni di galera prevista a cui bisogna aggiungere le aggravanti”, afferma il titolare del Viminale in diretta Facebook.
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A cura di Stefano Rizzuti
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I magistrati di Palermo hanno deciso di modificare le contestazioni ipotizzate dalla procura di Agrigento nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: ora l’ipotesi di reato è quella di sequestro di persona aggravato. Lo stesso Salvini ha confermato la notizia aprendo in diretta Facebook la lettera che ha ricevuto dai carabinieri, facendo quindi sapere di essere “indagato per sequestro di persona”. “Sono almeno 15 anni di galera prevista a cui bisogna aggiungere le aggravanti”, specifica ancora il ministro dopo aver aperto la lettera. Il caso per cui Salvini è quello relativo alla nave Diciotti e ai migranti che non sono stati fatti sbarcare. “Una parte sta tifando perché mi mettano in gabbia”, dice ancora Salvini durante la sua diretta Facebook, pur dicendosi certo che altri sanno che “sto facendo quello che mi chiedete di fare”. Salvini ha inoltre appeso la lettera ricevuta con l'avviso dell'indagine a suo carico al quadro dietro la sua scrivania, definendola una "medaglietta".

Salvini non risparmia un attacco alla magistratura, parlando di una sorta di scontro tra due organi dello Stato: un ministro e i giudici. “A questo organo dello Stato lo avete eletto voi – dice riferendosi a se stesso – altri non li ha eletti nessuno e non rispondono a nessuno”. Il ministro dell’Interno spiega che si parla di sequestro di persona aggravato “dal fatto che sono pubblico ufficiale, che ci fossero dei minori a bordo della nave” e che la sua azione è stata reiterata per più giorni. Salvini dice di non essere per nulla preoccupato comunque e, anzi, rilancia un chiaro messaggio sulla vicenda della Lega e la sentenza che conferma il sequestro di beni del Carroccio per 49 milioni di euro: “C’è poi l’altra sentenza – afferma – in cui mi sequestrano soldi che non ci sono per fatti avvenuti molti anni fa… Mi viene il sospetto che qualcuno che ha voglia di fermare Salvini, la Lega e la voglia di il cambiamento del popolo italiano. Non ci fermeranno”.

L’attacco ai magistrati continua con ironia: “Voglio dire grazie ai magistrati, grazie al procuratore di Genova, grazie a tutti: mi date solo più forza. Rispetto il vostro lavoro, fate bene e fate in fretta. Ma mi date solo più forza”. Il ministro dell’Interno, secondo quanto riferiscono fonti del Viminale, intende “avvalersi della difesa dell’avvocatura dello Stato” per il processo in cui è finito tra gli indagati.

L’indagine a carico di Salvini

La contestazione inizialmente ipotizzata dalla procura di Agrigento è stata quindi modificata dai magistrati palermitani. Al fascicolo, che è stato trasmesso al tribunale dei ministri, è stata allegata una relazione firmato dal capo dei pm di Palermo, Francesco Lo Voi, e dall’aggiunto Marzia Sabella. Non risulta invece indagato il capo di gabinetto, Matteo Piantedosi. Ora il tribunale dei ministri ha 90 giorni per svolgere le indagini su sollecito della procura. Dopo questo lasso di tempo, i giudici potranno ulteriormente modificare i reati ipotizzati dai pm e, nel caso in cui emergano altri elementi, aggiungere altre persone nel registro degli indagati, archiviare il fascicolo e poi inviare nuovamente gli atti in procura affinché chieda al Senato – camera di appartenenza di Salvini – l’autorizzazione a procedere a carico del ministro dell’Interno.

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