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Matteo Salvini avverte Roberto Saviano: “Valuteremo se levargli la scorta, sta quasi sempre all’estero…”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini parla di Roberto Saviano e paventa la possibilità che allo scrittore venga levata la scorta: “Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio. Anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani”.
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A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini va all’attacco di Roberto Saviano, paventando la possibilità che allo scrittore venga levata la scorta. “Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio”, dice Salvini parlando ad Agorà, su Rai3, della scorta a Saviano. E non cela la possibilità che si decida di levarla: “Anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione”. Saviano, giornalista e scrittore, vive sotto scorta dal 2006 dopo le minacce di morte che gli sono state rivolte dal clan dei Casalesi.

Il ministro dell’Interno parla anche della questione Ius Soli, proprio facendo riferimento a Saviano e al fatto che è stato quest’ultimo a porla di nuovo al centro del dibattito: “Siamo il paese europeo che sta dando più cittadinanza in assoluto, ma Saviano lo ignora. Allargare ulteriormente la concessione di cittadinanze sarebbe il caos”.

Già negli scorsi giorni Saviano e Salvini si erano scontrati in merito alla questione migranti. Lo scrittore, nella sua rubrica ‘My Way’ per Fanpage.it, aveva attaccato sia il ministro dell’Interno che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: “Mettere a rischio la vita di decine di persone è un comportamento da banditi, proprio come nel caso dei ministri Toninelli e Salvini”, aveva affermato in riferimento al caso della nave Aquarius, a cui è stato impedito di attraccare sulle coste italiane con a bordo 629 migranti.

Dopo le parole di Saviano non si era fatta attendere la risposta dei diretti interessati, soprattutto quella di Toninelli che ha replicato su Twitter allo scrittore: “Caro Roberto Saviano, i banditi sono coloro che hanno lucrato per anni sulla disperazione dei profughi, con la complicità di certa politica”. Al ministro delle Infrastrutture aveva poi nuovamente replicato Saviano: “Aiutare significa fare un braccio di ferro prendendo in ostaggio donne e bambini? Rischiare sulla loro pelle senza sapere, ancora oggi, che fine faranno? Questa non è politica, ma banditismo e Toninelli ne è orgoglioso assertore. Senza provare vergogna”.

La diatriba tra Saviano e Salvini è andata avanti anche negli scorsi giorni, quando Saviano – nella seconda puntata della rubrica ‘My Way' per Fanpage.it – ha parlato del titolare del Viminale e della sua gestione della comunicazione social: "I posteri ci chiederanno come sia stato possibile che una persona come Matteo Salvini diventasse ministro degli Interni. E alla generazione del futuro dico: tutto questo è stato, in molti lo hanno voluto, ma qualcuno ha resistito".

Salvini: ‘Saviano ultimo dei miei problemi'

Salvini è tornato sulla polemica poco dopo, in una diretta Facebook: “Figuratevi se con tutti questi problemi mi interessa quello che fa Saviano, che continua a insultarmi – afferma il ministro dell’Interno -. Non sono io a decidere sulle scorte, ci sono organismi preposti. Che continui a scrivere, pontificare, è l’ultimo dei miei problemi. Ci sono tali e tanti problemi che Saviano è l’ultimo, il mio problema è combattere nei fatti e non a parole la mafia. L’antimafia a parole è un conto, preferisco sostenere chi fa qualcosa coi fatti”. E Salvini aggiunge ancora: “Di quello che fa Saviano, della casa a New York e di tutto il resto, mi interessa meno di zero”. Con queste affermazioni, comunque, il titolare del Viminale fa un mezzo passo indietro rispetto alle dichiarazioni di questa mattina, sottolineando come non sia lui a decidere sulle scorte, ma altri organismi e nello specifico l'Ucis, l'Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale.

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