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Manovra, Conte: “Procedura infrazione andava evitata, ho convinto Salvini e Di Maio”

Dopo l’ok da Bruxelles alla contestata manovra economica voluta dal suo governo, il Premier Conte esulta: “Ho evitato l’apertura di una procedura di infrazione”. “Ho temuto saltasse tutto per la dialettica bidirezionale e ho chiesto e ottenuto una linea di comunicazione più attenta” ha ammesso Conte, assicurando: “L’impianto della manovra è rimasto però quello iniziale”
A cura di Antonio Palma
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"È stata una trattativa con alti e bassi, che ho cercato di affrontare con perseveranza e tenacia. Dovevo portare a casa un risultato importante per l’Italia: evitare l’apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo. L’ho fatto e ne sono felice per il mio Paese", così il Premier Giuseppe Conte esulta dopo l'ok ricevuto da Bruxelles alla contestata manovra economica voluta dal suo governo. "Attraversare una procedura di infrazione che avrebbe messo sotto controllo i conti dell'Italia per sette anni, inutile negarlo, avrebbe avuto un costo politico molto elevato, e forse non del tutto prevedibile" ha ammesso il Presidente del consiglio intervistato dal Corriere della Sera, ribadendo che "la discussione sulla permanenza dell'Italia in Ue e nell'euro non è né sarà mai un obiettivo politico di questo governo".

"Guardando le cose in retrospettiva, non credo che toni meno dialettici avrebbero dato all’Italia quel 2,4 per cento che ci eravamo prefissati all’inizio. Con l’Europa bisogna dialogare, sempre. E questo mi pare di averlo fatto con ostinazione. Ma bisogna anche farlo senza rinunciare al proprio programma politico e ai propri obiettivi" ha tenuto a sottolineare Conte, rivelando anche un piccolo retroscena che riguarda le proteste francesi. "Dalla prima cena a Bruxelles sui negoziati, quando mi sono sentito rivolgere alcune critiche contabili, ho invitato i miei interlocutori a considerare che noi avevamo davanti l'esigenza di mantenere la stabilità sociale in Italia. Ho menzionato esplicitamente al commissario Pierre Moscovici la rivolta dei gilets jaunes in Francia" ha dichiarato infatti il Premier, aggiungendo: "La protesta dei gilet gialli in Francia può avere avuto il suo peso, anche se è difficile da quantificare".

"Ho temuto che saltasse tutto quando ho capito che tutti i membri della Commissione erano per l’apertura della procedura di infrazione contro l’Italia. Martedì si è sbloccata la situazione. Mi sono reso conto che per togliere dal tavolo l’eventualità della procedura di infrazione dovevo parlare col capofila del fronte del rigore. Ho chiamato Dombrovskis, ho detto che condividevo le sue preoccupazioni, e sono riuscito a spiegare le ragioni per le quali la terza economia dell’eurozona non poteva essere sottoposta a quella procedura: anche l’Ue rischiava di entrare in una spirale dalle implicazioni pericolose. E l’ho convinto" ha ricostruito Conte.

"C’è stata una fase acuta in cui la dialettica bidirezionale mi ha fatto temere che venissero offuscati merito e qualità della manovra, questo sì" ha ammesso ancora il Premier riferito agli scambi di accuse e insulti tra Bruxelles e i suoi vice Di Maio e Salvini. "Ci siamo resi conto tutti che questo non giovava all’interesse del nostro Paese. E a quel punto, per evitare che il negoziato si complicasse, ho chiesto e ottenuto una linea di comunicazione più attenta" ha spiegato Conte. "L’impianto della manovra è rimasto però quello iniziale. Ci hanno dato flessibilità e abbiamo introdotto dei meccanismi per reperire le risorse finanziarie" ha tenuto infine a sottolineare Conte, aggiungendo: "Non abbiamo mai pensato a una manovra-schiaffo, a una ribellione antieuropea. Non avevamo argomenti pregiudiziali per dimostrare qualcosa. Il nostro è un approccio pragmatico: avevamo solo da rispettare gli impegni presi con gli elettori. Credo che l’opinione pubblica percepisca che ci stiamo impegnando intensamente per mantenere le promesse"

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