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Malasanità: l’allarme riguarda il sud Italia (VIDEO)

Calabria, Sicilia e Lazio sono le regioni in Italia più colpite dalla malasanità. Ad attestarlo è il report della commissione parlamentare d’inchiesta guidata da Leoluca Orlando.
A cura di Susanna Picone
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Malasanità: maglia nera per la Calabria

Lo afferma il report della commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Leoluca Orlando

malasanita

La Calabria raggiunge un primato ma certamente non ne andrà fiera: si aggiudica infatti la maglia nera della malasanità. Brutto record che riguarda in primis la Calabria ma che in generale interessa tutte le regioni del sud che si posizionano nell’alto della classifica in questione.

Il 54% dei casi di malasanità al sud

La tragica situazione della sanità ci viene presentata dal report della commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, guidata da Leoluca Orlando, numero due dell’ Italia dei Valori.

Il report raccoglie i dati sui decessi avvenuti negli ospedali per presunti errori dei medici o per la disorganizzazione del sistema e descrive appunto la Calabria come la regione dove in un arco di tempo che va dall’aprile 2009 al settembre 2011 si sono verificati 97 segnalazioni e 78 decessi. A farle compagnia con 91 casi di malasanità segnalati e 66 pazienti morti c’è la Sicilia.

A chi si chiede come siano stati raccolti questi dati, Orlando risponde in questi termini:

Abbiamo raccolto le segnalazioni su questi presunti errori attraverso i giornali o segnalazioni che ci sono arrivate direttamente e l'elenco è tenuto non da burocrati ma dalla Guardia di finanza. Si tratta, comunque, sempre di casi sui quali sta indagando la magistratura.

Il dato nazionale riportato dalla commissione, ugualmente non rincuorante, parla di 470 casi totali di malasanità dei quali 329 sono stati fatali per il paziente, oltre la metà di questi casi sono stati registrati appunto nelle regioni del Sud (la somma dei casi in Calabria, Sicilia, Basilicata, Campania e Molise corrisponde al 54.4% del totale, i casi conclusi con la morte del paziente sono il 58.6%).

leoluca orlando
Leoluca Orlando, numero due dell'IdV.

Dei 470 casi, 326 rientrano nella categoria dei “presunti errori” del medico o dell’ospedale (un male non diagnosticato in tempo o, ad esempio, “dimenticanze” quali pinze o bisturi lasciati nello stomaco del paziente durante un intervento), 223 di questi fatali al paziente. I restanti 144 rispondono invece alle altre criticità dovute per esempio al ritardo di un’ambulanza o alla mancanza di strumenti di primo intervento: 106 di questi casi si sono chiusi con la morte del paziente.

Buoni risultati al nord

Ma veniamo anche alle regioni “virtuose”: in primis il Trentino Alto Adige con un solo caso segnalato, poi il Friuli Venezia Giulia e le Marche con tre casi sospetti e infine il Piemonte con nove casi di cui quattro mortali per il paziente.

Positivo anche il “risultato” del Molise e della Sardegna dove si registrano due soli casi di malasanità.

Secondo la commissione di inchiesta il problema che regna al sud è rintracciabile anche nei tagli fatti in questi ultimi anni che non hanno colpito gli sprechi ma i servizi:

Colpisce che ad avere i dati peggiori siano le regioni sottoposte a piani di rientro. Segno che una maggiore spesa non corrisponde a un servizio migliore. Segno, inoltre, che i tagli fatti in questi ultimi anni non hanno colpito gli sprechi ma i servizi. Chiudere una sala operatoria in un ospedale a Palermo produce disservizi sopportabili, cosa diversa è tagliare e chiudere sale operatorie nell’entroterra, dove non ci sono altre strutture.

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