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Elezioni politiche 2018

Elezioni 2018, Salvini: “No alleanze”. PD: Renzi non parteciperà a primarie

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Mentre il Pd individuerà lunedì il reggente dopo le dimissioni di Matteo Renzi, Luigi Di Maio e Matteo Salvini cercano di risolvere il rebus delle alleanze: sia al M5s che al centrodestra mancano molti seggi per raggiungere la maggioranza in Parlamento ed entrambi guardano interessati a ciò che accade dentro il Partito Democratico.

In evidenza
14:31

Rosato: "Renzi non parteciperà alle prossime primarie del Pd"

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"Renzi non parteciperà alle prossime primarie del partito. Lo farà Calenda? Si è appena iscritto". Lo si legge su Twitter dove viene riportato uno stralcio dell'intervista al capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato di questa mattina a Omnibus. Rosato dunque esclude sia la ricandidatura di Renzi alle primarie sia la possibilità nella competizione possa rientrare Calenda. "Secondo me – argomenta Rosato – Renzi ha detto con chiarezza che non si ricandida alle primarie, non vuole fare il segretario, ha fatto la sua parte. Lo ha detto quando ha annunciato le dimissioni e il congresso, altrimenti avrebbe detto mi dimetto e mi candido al congresso".

In ogni caso il capogruppo del Pd alla Camera è fiducioso sul futuro del Pd e su ciò che accadrà ora all'interno del partito: "Penso che il nostro partito, a cominciare da Gentiloni, Calenda che entra, i ministri che sono in carica, Renzi che ha fatto il segretario, darà un segno di grande unità molto più ampio di quello che ci si aspetti". Sull'ipotesi di Calenda come futuro leader del Partito democratico Rosato commenta: "Prendo per buone le parole di Calenda, che è una persona intelligente: come volete che vada a fare il segretario chi è appena entrato?".

A cura di Annalisa Cangemi
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08 Marzo
20:59

Monti: "Alle elezioni si sono sfidati 4 partiti populisti, anche Pd tra loro"

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Intervistato a Otto e Mezzo, l'ex presidente del Consiglio Mario Monti ha commentato le elezioni politiche del 4 marzo e sostenuto che in campo abbiano corso non due, ma 4 partiti populisti: "Alle scorse elezioni hanno corso 4 partiti popolisti, da una parte la Lega e il Movimento 5 Stelle, dall'altro lato il Re dei populisti, Silvio Berlusconi, e se vogliamo anche il Partito Democratico ha praticato una sorta di populismo top-down, per esempio sulle questioni europee quando governava".

Votare la fiducia a un governo 5 Stelle? "Dipende dal programma che i 5 Stelle presenteranno al Parlamento. Lo scenario peggiore sarebbe tornare alle nuove elezioni, non sarebbe produttivo. Ma non dimentichiamo che tra un anno ci sono già delle nuove elezioni, le europee", ha proseguito l'ex premier. "Sarebbe auspicabile un governo 5 Stelle-Pd se servisse a spartire le responsabilità di eventuali scelte impopolari che dovessero rendersi necessarie nel corso dell'amministrazione della cosa pubblica. Sono preoccupato dalla situazione italiana perché è un problema troppo poco produttivo e perché le fasce deboli sono troppo poco tutelate e la Sinistra dovrebbe stare più attenta alle disegualize presenti nel nostro Paese. Lo scontento dei cittadini è dato anche da certe forme di populismo. Chi guida i partiti agisce molto spesso, troppo, nell'interesse proprio e il presidente Mattarella richiama al fatto che la bussola deve essere quella dell'interesse generale. Per questo il richiamo del Presidente è molto prezioso".

A cura di Charlotte Matteini
08 Marzo
18:30

M5S risponde a Mattarella: "Noi responsabili, caos voluto dai vecchi partiti"

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"Bene il richiamo del Presidente della Repubblica. Noi questo senso di responsabilità lo portiamo avanti già dalla campagna elettorale. Vogliamo che inizi la terza Repubblica dei cittadini e un governo di cambiamento. Diciamo no al caos e all'instabilità creata da una legge elettorale votata dai vecchi partiti e non dal Movimento 5 Stelle", ha dichiarato l'esponente pentastellato Danilo Toninelli replicando all'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A cura di Charlotte Matteini
08 Marzo
17:15

Lotti: "Ora vediamo cosa vogliono fare Salvini e Di Maio"

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Il ministro dello Sport Luca Lotti si affida al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la formazione di un governo, ma ciò che serve fare ora è "vedere cosa vogliano fare i vincitori Salvini e Di Maio", secondo Lotti. "Se vogliamo essere seri – scrive su Facebook – siamo pronti come sempre ad ascoltare le parole del presidente Mattarella e il suo appello alla responsabilità. E forse anziché parlare del Pd – che ha perso e starà all'opposizione – è arrivato il momento di vedere cosa vogliono fare i vincitori Salvini e Di Maio".

Lotti – eletto nel suo collegio uninominale – parte dalle parole del leader della minoranza dem Andrea Orlando: "Ha ragione il ministro Orlando quando chiede un dibattito nel Pd, sul Pd. Almeno, così, avremo modo di parlare di chi ha perso nel collegio di residenza ma si è salvato col paracadute, di chi non ha proprio voluto correre e di chi invece ha vinto correndo senza paracadute. Avremo modo di parlare di come è andata in alcune regioni governate dal Pd in cui il risultato è stato inferiore alla media nazionale con i governatori che hanno fatto tante interviste ma hanno perso tutti i seggi della loro regione. Se vogliamo aprire un dibattito interno facciamolo. Perché sentire pontificare di risultati elettorali persone che non hanno mai vinto un'elezione in vita propria sta diventando imbarazzante". 

A cura di Stefano Rizzuti
08 Marzo
14:21

Emiliano: "Bisogna far rientrare nel Pd Bersani, Speranza e Grasso"

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"Questo è il momento non di fare entrare personaggi in cerca d'autore del Pd, ma riportare Bersani, Speranza, Grasso dentro il Pd. Perché visto che Renzi si è dimesso e ha fatto il suo dovere, il suo gesto di generosità verso il partito, io credo sia il momento di riunificare il centrosinistra, di riportarlo ad un ragionamento ampio per ricostruire le ragioni di un partito progressista nel nostro Paese". Lo ha detto il governatore pugliese e leader di Fronte democratico, Michele Emiliano, intervenendo a L'aria che tira su La7. Quel personaggio in cerca d'autore, ha chiesto la giornalista Myrta Merlino, è riferito a Carlo Calenda? "No – ha risposto Emiliano – ho deciso di non parlare più di Calenda perché gli faccio solo un piacere quindi preferisco non parlare di lui". "Mi riferivo in generale a tutti quelli che, non avendo niente a che vedere con la nostra storia – ha concluso – adesso sperano di sostituire nell'immaginario collettivo Renzi. Ma il nostro non è un partito che ha bisogno di uomini soli al comando".

A cura di Annalisa Cangemi
08 Marzo
12:57

Napolitano: "La crisi del Pd era annunciata, un destino quasi compiuto"

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Secondo l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la crisi del Pd e la drastica perdita di voti alle ultime elezioni erano "un evento annunciato, un destino quasi compiuto". Napolitano ha affermato di non essere stato sorpreso dal crollo elettorale del Pd: "Forse è stato peggio di quanto annunciato ma tutto faceva prevedere questo risultato", ha commentato con i cronisti. Napolitano ha sottolineato che "questa è una crisi difficilissima" e in questo momento è necessario pensare "all'interesse generale" mostrando grande "senso di responsabilità". Il presidente emerito della Repubblica era oggi al Quirinale in occasione della cerimonia per l'8 marzo e ha commentato anche le parole dell'attuale capo dello Stato Sergio Mattarella: "Ha detto oggi delle cose molto importanti nella categoria dell'interesse generale. Cose di cui bisogna sempre tenere conto. Cose importanti anche sul senso di responsabilità di cui tutti dovranno dare prova".

A cura di Stefano Rizzuti
08 Marzo
12:34

Salvini: "Non faremo accordi con nessuno, chiederemo sostegno sul programma in Parlamento"

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"Non penso ad accordi con partiti, come ho detto già. Stiamo lavorando al programma che offriremo ai parlamentari, al Parlamento. Su alcuni punti vedremo chi ci dà una mano a portarli avanti e chi invece dice di no a prescindere. Quindi niente accordi organici né col Pd né coi 5 Stelle né con la Boldrini". Lo ha ribadito oggi il segretario della Lega, Matteo Salvini, interpellato sull'ipotesi di un governo di centrodestra, al termine di una visita a un mercato rionale di Milano.

"Berlusconi? È una risorsa, va benissimo, si va d'amore e d'accordo": così il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha risposto sul ruolo di regista del centrodestra rivendicato da Silvio Berlusconi. A chi gli chiedeva se con Berlusconi si vedrà prossimamente, Salvini ha risposto di sì.

E sul ruolo di Calenda, che ieri ha preso la tessera del Pd, il leader del Carroccio ha detto: "Come avversario non lo vedo proprio, non ha avuto nemmeno il coraggio di candidarsi e sottoporsi al giudizio degli elettori". "Rispetto di più – ha concluso – quei ministri che si sono candidati e magari hanno perso ma ci hanno messo la faccia. Comodo fare le lezioncine da fuori, ma lui è abituato a fare così".

A cura di Annalisa Cangemi
08 Marzo
10:56

Prodi: "Il Pd non è finito, non c'è nulla di irrimediabile in politica"

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Prodi non vedo un futuro così nero per il Partito Democratico: "Il Pd è finito? No, non c'è nulla di irrimediabile in politica, c'è sempre un futuro. Non tutto è irrimediabilmente compromesso". Così si è espresso l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi in un colloquio con Repubblica, in cui ha però sottolineato il "momento difficile". "Io alla vigilia ero il più pessimista, ne avevo parlato con tutti. Purtroppo i dati hanno dimostrato che sono stato comunque infinitamente più ottimista del dovuto", commenta Prodi. Al popolo di centrosinistra "dico che ci sono, nel senso che seguo con tanta attenzione e partecipazione questo momento così difficile".

Sulla stessa linea anche Andrea Orlando, che passa in rassegna alcuni errori che secondo il ministro della Giustizia sono stati fatali per far naufragare il progetto del partito: "Il Pd non è finito, sono d'accordo con Prodi ma dobbiamo capire da dove si riparte. Abbiamo un problema strutturale, in queste elezioni è arrivato al culmine un processo: rappresentiamo un pezzo di ceto medio, soprattutto urbano integrato, ma non siamo in grado di rappresentare i settori popolari della società che guardano a Lega e M5S". E ha aggiunto: "Sicuramente il modo in cui sono state fatte le liste, gli organismi composti solo da esponenti della maggioranza, non sono state un modo di tenere dentro tutte le anime".

A cura di Annalisa Cangemi
08 Marzo
10:17

Gentiloni proroga vertici dei Servizi, Salvini: "Mi insospettisce silenzio del M5S"

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Secondo Salvini il rischio di un'alleanza tra M5S e Pd si fa sempre più concreto, e la prova sarebbe il rinnovo, per volere del presidente del Consiglio Gentiloni, per dodici mesi degli incarichi di Pansa (Dis) e Manenti (Aise), con l'intento, ha spiegato il premier, di assicurare continuità e stabilità agli organismi che presiedono alla sicurezza della Repubblica. "Un governo delegittimato che proroga gli incarichi ai Servizi segreti. E i Cinquestelle che restano in silenzio". Secondo il segretario della Lega, intervistato dall’AdnKronos, le proroghe firmate dal presidente del Consiglio sarebbero una "cosa vergognosa". 

"Incredibile che dopo un voto che ha cambiato gli equilibri e il volto del Paese, cacciato ministri ci sia un governo delegittimato che mette mano a rinnovi di incarichi importanti e non urgenti come quelli dei Servizi. Che vergogna" – ha detto Salvini- "E mi insospettisce il silenzio dei 5stelle: non vorrei ci fosse un accordo Gentiloni di Maio dietro l'angolo a partire dalle poltrone per arrivare al governo". Ma il M5S, pur essendo in generale contrario a un rinnovo indiscriminato dei vertici dei servizi, ha detto di essere "consapevole della necessità di garantire in un momento così delicato la direzione dell'intelligence". Queste sono le parole del senatore Vito Crimi, componente del Copasir ed esponente di spicco del Movimento 5 Stelle che ha aggiunto: e questo "indipendentemente da chi ricopre oggi questa carica".

A cura di Annalisa Cangemi
08 Marzo
10:03

Rosato: "M5s e Lega hanno numeri per governare, facciano governo e noi all'opposizione"

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Il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, assicura che il Pd è compatto e vuole essere coerente agli impegni assunti in campagna elettorale: "Abbiamo perso le elezioni ed è giusto che andiamo all'opposizione", dice in un'intervista al Corriere della Sera. "M5s e Lega – continua – dicono le stesse cose. Si parlino e si presentino alle consultazioni con una proposta. Insieme hanno i numeri per governare. Nel 2011 e nel 2013 abbiamo già mostrato la nostra responsabilità, ora tocca ad altri. Hanno vinto il M5s e la Lega, la borsa non è crollata, Confindustria si è precipitata ad aprire al dialogo con loro". Rosato aggiunge che ora il Pd deve "dare tutta la fiducia al capo dello Stato perché provi a trovare le soluzioni per far nascere un governo con chi queste elezioni le ha vinte". E il capogruppo del Pd rivolge anche un messaggio al capo politico del M5s: "Di Maio ci spiega che è tutta colpa nostra, poi ci racconta che con lui non ci sarà più la povertà, tutti avranno un lavoro e la salute sarà garantita. È un libro dei sogni. Bisogna che Di Maio esca dalla modalità campagna elettorale".

A cura di Stefano Rizzuti
08 Marzo
09:50

Di Maio e Salvini in cerca di alleati con un occhio rivolto al caos interno al Pd

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Dopo il voto del 4 marzo l'attenzione si concentra su due aspetti: da un lato il rebus delle alleanze e le difficoltà di Matteo Salvini e Luigi Di Maio di formare un governo, dall'altro il caos interno al Pd dopo la sconfitta elettorale. Il leader della Lega e quello del MoVimento 5 Stelle stanno tentando di arrivare alle consultazioni (che inizieranno dopo l'elezione dei presidenti delle due Camere, quindi non prima di fine marzo) con qualche accordo già in tasca per provare a convincere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad affidare l'incarico di formare il governo a uno di loro due. Ma al momento la strada sembra in salita: al centrodestra mancano meno seggi per ottenere la maggioranza parlamentare, ma ad oggi sembra difficile individuare un alleato che possa consentirgli di raggiungere questi numeri. Non va molto meglio al MoVimento 5 Stelle che potrebbe cercare una sponda nel Pd, ma per ora quasi tutti gli esponenti dem si sono detti contrari a questa ipotesi.

Sia M5s che centrodestra guardano interessati a quello che sta accadendo nel Pd in questi giorni. Ieri il presidente del partito Matteo Orfini ha assicurato che Matteo Renzi ha già presentato formalmente le sue dimissioni da segretario lunedì scorso, subito dopo il voto. Si apre quindi il percorso congressuale e lunedì la direzione individuerà la reggenza del partito, cioè chi dovrà traghettarlo fino all'elezione del nuovo segretario. Andrea Orlando, leader della minoranza dem, assicura che il 90% del partito è contrario all'appoggio a un governo guidato dal M5s, ma intanto sia Di Maio che Salvini aspettano di vedere cosa succede nel Pd per provare a trovare un accordo, anche con un eventuale appoggio esterno, per sostenere i loro eventuali governi.

A cura di Stefano Rizzuti
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