. L'ultima delegazione a salire al Colle è stata quella del Pd, che ha confermato il suo sostegno a Giuseppe Conte auspicando a una soluzione in tempi rapidi. Prima dei dem il capo dello Stato ha ricevuto Renzi, che gli ha detto di essere pronto ad appoggiare sia un governo politico che uno istituzionale a patto che si parli di contenuti. Il leader di Iv ha passato la palla alle altre forze politiche: "Ci dicano se vogliono dialogare con noi". Domani sarà il turno del centrodestra e del Movimento Cinque Stelle.
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Spunta ipotesi di un gruppo dei 'responsabili' di destra

La Lega rimane ferma nelle sue posizioni, e non approva la proposta di Forza Italia, di un governo di unità nazionale: "Noi andiamo dal presidente Mattarella per dire no a un nuovo governo Conte", poi, "quando non ci sarà più quel signore a Palazzo Chigi ragioneremo del resto". Lo dice il capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo, spiegando in un'intervista al Corriere della Sera i termini della parziale apertura di ieri di Matteo Salvini: "Il punto fermo è il no a Conte e il no a questa scandalosa compravendita di parlamentari. Tra l'altro, su questo il centrodestra è assolutamente compatto. Poi, consapevoli della grandissima difficoltà in cui si trova il Paese, non è che chiudiamo occhi e orecchie".
Si fa largo l'ipotesi di un gruppo al Senato per accogliere ex M5s ed esponenti del Misto: "Perché no? Non mi pare che sia così strano che ci siano dei ‘delusi' che vorrebbero un contenitore perché non si riconoscono pienamente nei partiti del centrodestra esistenti. L'allargamento dell'alleanza è qualcosa di cui parliamo ormai da parecchio, l'idea è quella di raggruppare persone con molte visioni in comune sotto un unico cappello".
Ministro Amendola: “Allargare maggioranza, non bastano 157 o 158 voti”

Il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, ribadisce l’importanza di formare una maggioranza con numeri più larghi. “Non ci muoviamo solo nell'arco dei numeri che ha avuto Conte con la fiducia al Senato. Per le emergenze che abbiamo, il Recovery e il Covid, fermarsi a 157 o 158 non è sufficiente”, afferma a Omnibus, su La7. “Non vedo alternativa a Conte”, afferma ancora il ministro parlando del prossimo governo e del presidente del Consiglio.
Paragone (Ex M5s): "Mi schifano, sono l'unico del Gruppo Misto a non aver ricevuto una chiamata"

Gianluigi Paragone, senatore del gruppo Misto e fondatore di No Europa per l'Italia – Italexit, a Radio Cusano Campus, si sente fuori dai giochi. Sulle trattative per il Conte ter "tutti mi schifano, credo di essere l'unico parlamentare del Gruppo Misto che non ha ricevuto alcuna chiamata. Italexit è composta da me, Mario Giarrusso e Carlo Martelli, loro due sono stati contattati più volte. Uno dei miei, ancora oggi, è costretto ad andare a parlare con un importante governativo, ex capo politico del M5S, che lo sta pregando per trovare un'intesa. A me neanche mi hanno chiamato perché sapevano che gli avrei detto di no in ogni caso. Almeno questi inciucioni hanno avuto la decenza di rispettare la mia dignità".
Sul nuovo gruppo degli Europeisti commenta: "Fino a poco tempo fa quelli del M5S raccoglievano le firme per uscire dall'Euro. Nelle settimane scorse hanno definitivamente chiuso il sito Fuori dall'euro e hanno chiuso il dominio. Si vergognano della loro storia. Questi sono passati da Gianroberto Casaleggio a Bruno Tabacci, da Dario Fo a Mario Monti. Renzi alla fine entrerà in maggioranza e darà le carte perché il pallottoliere al Senato finora ha acquisito solo Vitali come voto nuovo. Molto probabilmente Conte se ne andrà a casa. Se anche dovesse riuscire nella sua operazione sarà un perdente perché dopo aver attaccato Renzi in Parlamento sarebbe costretto a riaccoglierlo in maggioranza. Di Battista se ne dovrà fare una ragione. Se Di Battista non fa uscire i suoi dal M5S, il valore dei dibattistiani è zero. Alessandro deve avere il coraggio di uscire dal M5S e dire: a questo mercato delle vacche non ci stiamo".
Italexit non parteciperò alle consultazioni: "Un partito che ha tre senatori e ha un'identità politica vera non viene ammesso neanche come componente perché secondo il regolamento se non hai un simbolo non puoi costituire un gruppo parlamentare".
Quali provvedimenti vanno avanti con crisi e quali no: Ristori, blocco licenziamenti e assegno unico

Dal decreto Ristori al Recovery plan, dal blocco dei licenziamenti all'assegno unico, la crisi di governo mette a rischio una serie di provvedimentiche il governo e il Parlamento non potranno discutere e approvare. Per quanto riguarda il dl Ristori, il quinto, non ci dovrebbero essere problemi, rientrando in quelli che vengono considerati "affari correnti" che possono essere svolti anche dal governo dimissionario. Vediamo quali provvedimenti si bloccano e quali, invece, vanno avanti nonostante la crisi.
Crisi di governo, Vitali: "Nessun appoggio politico al Conte ter"

Il senatore Luigi Vitali, che ieri ha annunciato la sua fuoriuscita da Forza Italia e il suo ingresso nella nuova formazione Europeisti-Maie-Centro democratico, non sosterrà un Conte Ter. Lo fa sapere lo stesso senatore in una nota: "Nelle scorse ore ho avuto modo di interloquire con il Presidente del Consiglio Conte sottoponendogli l'urgenza e l'importanza per il Paese di una riforma complessiva della Giustizia dichiarando il mio appoggio ad un ritorno allo stato di diritto e di garanzie nel processo". "È inaccettabile – prosegue – pensare che in un Paese civile siano stati aboliti i termini della prescrizione quando i processi hanno una media di durata al di là di tutti gli standard europei. Questo ragionamento condiviso con Conte" prosegue "era nel solco di quanto già dichiarato dal Presidente Berlusconi sull'apertura ad un governo istituzionale e a quanto dichiarato dal segretario Matteo Salvini circa la volontà di parlare con chiunque a patto che fossero messi al centro i contenuti di una piattaforma di Governo che prevedesse tra gli altri una riforma della Giustizia e Fiscale. Percorsi utili ed essenziali per evitare elezioni anticipate che tutt'ora ritengo insensate. Ribadisco dunque nessun appoggio politico al Conte Ter".
Crisi di governo, ira di Italia viva per Di Battista: "Non accettiamo veti"

All'assemblea di ieri sera di Italia viva, in vista delle consultazioni di oggi al Quirinale, viene ribadita la linea già dettata da Matteo Renzi: ‘no veti' sui nomi. Anche se, come ribadito anche dall'ex ministra Teresa Bellanova, il Conte ter non è affatto scontato. Dalla riunione dei gruppi parlamentari emerge anche irritazione nei confronti di Alessandro Di Battista, che ieri sera ha ribadito che il Movimento ha chiuso definitivamente la porta al leader di Iv: "Per me Renzi deve restare fuori dalla porta", ha detto ad Accordi e Disaccordi sul Nove. Ma i renziani fanno sapere che non accettano veti.
Operazione 'responsabili' in salita, Tabacci (Cd): "Nuovi ingressi alla Camera, al Senato è difficile"

Anche l'onorevole Bruno Tabacci (Centro democratico) dice che l'operazione per l'allargamento della maggioranza in Parlamento, di cui lui stesso è regista alla Camera, rischia di arenarsi, e il Conte ter sembra sempre più in salita. In un'intervista a ‘Il Messsaggero' spiega come manchino ancora i numeri, soprattutto a Palazzo Madama: "Ci saranno nuovi ingressi nel gruppo a Montecitorio, ma sempre nell'ambito della maggioranza. È al Senato che è difficile, c'è da vedere se si riesce a coinvolgere esponenti politici che non hanno già votato per il governo Conte. Ma le cose si muovono".
Di Maio si smarca: "Io premier? Basta giocare con il mio nome, lavoro fianco a fianco con Conte"

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ribadisce che l'unico nome per il M5s in questo momento è quello di Conte. Il titolare della Farnesina replica così a chi, come l'ex ministra di Italia viva Teresa Bellanova o il leader di Azione Carlo Calenda, in questi giorni lo tira in ballo come possibile nuovo presidente del Consiglio: "Basta giocare con il mio nome", si è sfogato con i suoi.
"Vogliono mettermi contro il presidente Conte. Sanno benissimo che sto lavorando fianco a fianco con lui, con la massima lealtà, per trovare una soluzione a questa inspiegabile crisi".
Fraccaro (M5s): “Basta toni polemici, ora serve un patto sulle riforme”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, chiede di “bandire i toni perennemente polemici” di questa crisi per costruire un nuovo governo. “Altrimenti non si va da nessuna parte”, avverte in un’intervista a La Stampa. “Forse nessuno vuole il voto, ma sicuramente nessuno può permettersi un governo bloccato da continue prese di posizione incomprensibili per gli italiani”, aggiunge. Secondo Fraccaro “è necessario un patto sulle riforme, a partire dalla legge elettorale proporzionale, che garantisce la rappresentanza. E dalla sfiducia costruttiva per dare maggiore stabilità al governo e assicurare al Paese una visione di lungo periodo”.
Governo, le notizie di oggi sulla crisi: al via secondo giorno di consultazioni

Ripartono le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopo l'apertura della crisi di governo ufficializzata con le dimissioni di Giuseppe Conte. Oggi al Quirinale arriveranno i gruppi parlamentari, a cominciare dalle Autonomie e dalle componenti del Misto, tra cui anche il nuovo gruppo Europeisti-Maie-Centro Democratico. Nel pomeriggio si entra nel vivo con la convocazione di Leu, Italia Viva e Pd. Ieri al Colle sono saliti la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e quello della Camera, Roberto Fico. Il primo nodo da sciogliere è quello dell’ipotesi di un governo Conte ter: M5s e Pd confermano che al Quirinale faranno il nome di Giuseppe Conte. Mentre Italia Viva continua ad affermare che non farà nomi e che non pone veti su nessuno, ma neanche su altri esponenti oltre a Conte.
Il Movimento 5 Stelle si schiera apertamente contro Matteo Renzi, dopo che il leader di Iv ha criticato la formazione del gruppo degli Europeisti al Senato, definendolo uno scandalo. I pentastellati attaccano l’ex presidente del Consiglio: “È tornato ad avere lo stesso atteggiamento cheta portato a una crisi incomprensibile e scellerata”. Dal Pd Zingaretti ribadisce l’intenzione di chiedere l'incarico di governo per Conte, con un accordo basato su un’ampia maggioranza parlamentare. Il segretario dem esprime anche “dubbi sull’affidabilità per il futuro” di Renzi: “Nessun veto, ma un aspetto politico da tenere in considerazione”.
Qui il calendario della seconda giornata di consultazioni, con tutti gli incontri previsti al Quirinale con il capo dello Stato:
Giovedì 28 gennaio (mattina)
ore 10.30
Gruppo Parlamentare "Per le Autonomie (SVP-PATT, UV)" del Senato della Repubblica
ore 10.50
Gruppo Parlamentare Misto del Senato della Repubblica
ore 11.10
Componenti del Gruppo Misto del Senato della Repubblica “+ Europa – Azione” e del gruppo Misto della Camera dei deputati "Azione – + Europa- Radicali italiani"
ore 11.30
Gruppo Parlamentare Misto della Camera dei deputati
ore 11.50
Gruppo parlamentare "Europeisti – MAIE – Centro Democratico" del Senato della Repubblica
Giovedì 28 gennaio (pomeriggio)
ore 16.45
Gruppo Parlamentare "Liberi e Uguali" della Camera dei deputati
ore 17.30
Gruppi Parlamentari "Italia Viva – PSI" del Senato della Repubblica e "Italia Viva" della Camera dei deputati
ore 18.30
Gruppi Parlamentari "Partito Democratico" del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati