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Le banche contro le liberalizzazioni, si dimettono i vertici dell’Abi

Giuseppe Mussari e tutto il comitato di presidenza dell’associazione delle banche si sono dimessi oggi per protesta contro il dl liberalizzazioni voluto dal Governo, in particolar modo per contestare l’annullamento delle commissioni bancarie su alcune operazioni.
A cura di Antonio Palma
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Giuseppe Mussari e tutto il comitato di presidenza dell'associazione delle banche si sono dimessi oggi per protesta contro il dl liberalizzazioni voluto dal Governo, in particolar modo per contestare l'annullamento delle commissioni bancarie su alcune operazioni.

Una protesta decisa e convinta quella che stanno attuando in queste ore le banche italiane per protestare contro le misure prese dal Governo nel dl liberalizzazioni appena approvato con la fiducia al Senato. Le banche in particolar modo si schierano nettamente contro l’annullamento di alcune commissioni sulle operazioni bancarie decise dall'Esecutivo, arrivando a forme di protesta clamorose come le dimissioni in blocco del comitato di presidenza dell'Abi , l'associazione che rappresenta tutte le banche italiane.

L'Abi denuncia una possibile stretta del credito – Nella conferenza stampa in cui si annunciava la presa di posizione delle banche il presidente dimissionario dell'Abi Giuseppe Mussari ha avvertito "non è possibile indurre le banche a fare servizi gratuiti" confermando le valutazioni negative fatte dagli istituti di credito nei giorni scorsi sul decreto liberalizzazioni. La definitiva approvazione del decreto di conversione al Senato  senza alcuna modifica per la parte che interessa le banche è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il provvedimento che azzera le commissioni sugli affidamenti bancari mette a rischio tutta la linea del credito italiano ha detto Mussari, paventando una crisi che rischierebbe di compromettere gli investimenti futuri degli istituti di credito e di conseguenza il posto di lavoro agli oltre 300mila bancari italiani.

Mussari contro l'atteggiamento punitivo del Governo – Per l'Abi è l'atteggiamento complessivo del Governo nei confronti delle banche ad essere sotto accusa, una condotta che per Mussari indica la volontà di punire il sistema bancario italiano senza motivo. "E' come una sanzione senza il comportamento da sanzionare" ha continuato Mussari, chiarendo che quello delle dimissioni "non è un gesto di frustrazione ma un segnale chiaro" al Governo. Governo che in realtà  potrebbe accogliere qualche richiesta delle banche visto che sia il Ministro Passera che il sottosegretario Catricalà hanno chiarito che è già all'esame delle commissioni parlamentari un emendamento di modifica della norma che potrebbe essere approvato con altri provvedimenti dell'Esecutivo.

L'Esecutivo pronto a riformulare la norma – Coma ha spiegato il relatore del Pd, il Governo è intenzionato a riformulare la norma contestata limitando il suo campo di applicazione alle banche che non si adegueranno ai criteri sulla trasparenza del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, che prevede tra l'altro una accordo obbligatorio per la riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti sulle transazioni con carta di credito. Una modifica che forse sarà introdotta nel decreto di conversione del dl semplificazioni all'esame della Camera sempre se sarà accertata "la volontà del Parlamento nel senso di tener conto delle istanze manifestate da Mussari" ha precisato Catricalà.

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