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Processo Camiciottoli, sindaco leghista condannato per aver ‘augurato’ uno stupro alla Boldrini

Laura Boldrini presente in aula per l’udienza del processo per diffamazione. Il sindaco leghista Matteo Camiciottoli è stato condannato al pagamento di 20milaeruo di multa: il primo cittadino propose di far scontare i domiciliari agli stupratori di Rimini a casa dell’ex presidente della Camera. Camiciottoli: “Nessun invito allo stupro, ma solo una contestazione politica”
A cura di Annalisa Cangemi
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Il tribunale di Savona ha condannato il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli. Laura Boldrini ha presenziato in Aula all'udienza contro il primo cittadino, accusato di diffamazione. "Lo faccio per me, certo, per la mia dignità, ma anche per quella di mia figlia e di tutte le figlie d'Italia". Il primo cittadino leghista, nel 2017, sui social propose di far scontare i domiciliari ai responsabili di uno stupro avvenuto a Rimini nel 2017 "a casa della Boldrini", commentando "magari le mettono il sorriso". La provocazione, che sottintendeva un malcelato ‘invito allo stupro' è sfociata appunto in una denuncia per il sindaco. Ieri sera l'ex presidente della Camera, nel corso di un incontro nel Comune di Savona sulla violenza di genere organizzato da Unione Donne in Italia, ha spiegato le ragioni della sua battaglia: "Un sindaco che arriva a fare affermazioni così aberranti ne deve rispondere, non si può pensare che uno apra bocca offendendo e umiliando altre persone. Lo faccio per me, per mia figlia e per tutte le figlie di questo Paese che hanno il diritto di vivere in un'ambiente sano in cui sono rispettate. Non si può sempre ignorare il problema o andare oltre. Io sono qui con l' intenzione di affermare i miei diritti, e porterò avanti questa battaglia". 

Il sindaco della Lega, secondo quanto stabilito dal giudice Emilio Fois, è stato condannato al pagamento di 20mila euro di multa con pena sospesa subordinata al risarcimento dei danni entro un mese, più le spese processuali. Il pm aveva chiesto 8 mesi di reclusione. Camiciottoli ha annunciato che ricorrerà in appello. L'ex presidente della Camera ha scritto un tweet subito dopo la sentenza: "Abbiamo vinto! Dedico questa sentenza a mia figlia, perché abbia sempre fiducia nella giustizia. La dedico a tutte le figlie d’Italia, perché non abbassino mai la testa di fronte alla violenza!".

"Quel messaggio mi ferì moltissimo come donna perché mi si augurava qualcosa di ripugnante. Mi preoccupava come madre, perché sapevo che mia figlia l'avrebbe letto. Mi indignava come politico, perché mi indicava come mandante morale dello stupro di Rimini. E mi offese come rappresentante delle istituzioni, perché io in quel momento ero la terza carica dello Stato e a offendermi era un sindaco" – ha detto Laura Boldrini in tribunale – "Ho visto augurare stupri agli avversari politici in Bosnia e in Ruanda, ma lì c'era la guerra – ha aggiunto Boldrini – Non posso pensare che si possa intimidire allo stesso modo una donna in un Paese del G8″. 

"Nessun invito allo stupro, ma solo una contestazione politica", ha replicato oggi in aula Matteo Camiciottoli. Chiamato rispondere di quella frase, ha affermato: "Non inciterei mai allo stupro nella mia vita, anzi ritengo che per gli stupratori occorra l'ergastolo. Volevo solo fare una critica politica: se lei è così favorevole a una immigrazione incontrollata, che include anche i delinquenti, allora forse ospitarli le avrebbe fatto piacere". Un "sorriso politico", lo ha definito il primo cittadino leghista: "Per questo non mi sono scusato durante la trasmissione ‘La Zanzara', era solo una contestazione nei confronti di idee con cui non sarò mai d' accordo. Per me le politiche messe in atto da Boldrini e da chi sostiene la sua posizione sono uno dei fattori che hanno portato all'accoglienza indiscriminata. E se vuoi l'immigrazione incontrollata devi mettere in conto che possano verificarsi anche gesti come lo stupro di Rimini".

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