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Lascia morire di sete una bambina di cinque anni: 27enne tedesca dell’Isis rischia ergastolo

Jennifer Wenisch, 27enne tedesca, ha fatto morire di sete una bambina di cinque anni che aveva comprato come schiava in Iraq, quando combatteva per le milizie dello Stato Islamico.
A cura di Davide Falcioni
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Ha fatto morire di sete una bambina di 5 anni che era stata sequestrata insieme alla mamma: per questo una donna tedesca di 27 anni che si era unita alle truppe dello Stato Islamico in Siria è ora sotto processo in Germania con l'accusa – gravissima – di aver commesso crimini di guerra. La ventisettenne è la prima persona al mondo a essere processata per crimini internazionali commessi da jihadisti del Califfato contro membri della minoranza yazida, quella a cui appartenevano sia la bimba che la madre. Jennifer Wenisch, questo il nome dell'imputata, potrebbe essere condannata all'ergastolo. I legali che rappresentano la mamma della vittima (tra i quali anche la moglie di George Clooney, Amal, e il premio Nobel per la pace Nadia Mourad) considerano questo procedimento giudiziario "il primo per i crimini commessi dall'Isis contro le vittime di religione yazida", minoranza religiosa di lingua curda perseguitata in Iraq e Siria dai miliziani di Daesh a partire dal 2014.

Il processo a carico di Wenisch dovrebbe durare fino a settembre. La ventisettenne, cresciuta in un ambiente difficile, senza formazione e senza aver completato gli studi, aveva lasciato la Germania per aderire allo Stato Islamico nel settembre 2014. Da giugno a settembre 2015, secondo l'accusa, avrebbe svolto attività di pattugliamento per conto della polizia islamista nelle città di Fallujah e Mosul, in Iraq, vigilando soprattutto sul rispetto delle regole di condotta e abbigliamento fissate dagli jihadisti. Nello stesso periodo, secondo l'accusa, lei e il marito avevano comprato da un gruppo di prigionieri la bambina di cinque anni e sua madre, espressione della minoranza yazida, per sfruttarle come schiave. "Un giorno in cui la bambina era malata, aveva bagnato il materasso facendo la pipì – hanno spiegato i magistrati tedeschi  – e il marito dell'imputata l'ha punita incatenandola all'esterno in un caldo infernale, lasciandola così morire di sete in modo atroce".

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