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La strage razzista di Firenze 2011, quando il ragioniere fascista trucidò due senegalesi

Si chiamavano Samb Modou e Diop Mor i due cittadini senegalesi vittime di una esecuzione razzista avvenuta a pochi giorni dal Natale, al mercato di San Lorenzo, nel cuore di Firenze, nel dicembre 2011. Contro di loro e altri cinque uomini innocenti, tutti di nazionalità africana, rimasti feriti, fece fuoco Gianluca Casseri, ragioniere di Pistoria, cultore del neonazismo. Si suicidò poche ore dopo.
A cura di Angela Marino
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A sn Gianluca Casseri, a dx la scena della strage
A sn Gianluca Casseri, a dx la scena della strage

Sono le 12 passate al mercato di San Lorenzo, l’aria fredda di dicembre sa di spezie e cuoio. Mancano 11 giorni al Natale e 18 alla fine del 2011, centinaia di persone si muovono tra i banchi al ritmo del valzer del trantran quotidiano. Intorno alle 12 e 30, quando il mercato è ormai affollatissimo, tutto si ferma, come se un invisibile direttore d’orchestra avesse ordinato di fermare la musica. Un raffica di proiettili taglia l’aria gelida di quel martedì fiorentino, cinque persone  finiscono a terra, altre prendono a correre per in varie direzioni, altre ancora si gettano sulle vittime piangendo. Alla fine, in un tempo che sembra lunghissimo ma è durato solo pochi minuti, arriva l’ambulanza.

Due dei cinque uomini colpiti sono morti; per gli altri tre è partita la corsa al pronto soccorso, mentre un’altra corsa, quella alla notizia, è partita per i giornalisti locali. Le vittime hanno tutte la pelle nera, sono tutti uomini tra i 30 e i 50, di nazionalità senegalese, si parla di pista del regolamento di conti come di quella più ‘accreditata’.  Ma mentre la polizia fa i suoi accertamenti su Samb Modou, Diop Mor (feriti mortalmente) e Cheikh Mbengue , Mor Sougou e Moustapha Dieng (i sopravvissuti), la stampa inizia a correggere il tiro: strage razzista.

L'attentatore

Poco dopo quella gragnola di colpi, tra i banchi di San Lorenzo, un uomo dai capelli bianchi e l’aspetto anonimo si è allontana con cautela fra la folla annichilita. Quanto accaduto, il duplice omicidio di due uomini e il ferimento di altri due, tutti cittadini africani, doveva essere il suo manifesto contro lo straniero, il compimento delle sue ideologie bacate e distorte, ma non era stato così. Era stato un gesto senza senso e anche se in quel momento avrebbe voluto sentirsi un eroe, un autentico ‘patriota', in realtà, Gianluca Casseri, 50 anni, ragioniere, aveva solo paura. Paura per quel gesto enorme, per il dolore e lo sconcerto che aveva scatenato, per l’intervento della polizia che avrebbe dato il via a una caccia all’uomo. Così, nascosto nei magazzini del marcato, il ragionier Casseri rivolge la pistola contro se stesso la 365 Magnum e si ammazza. Un gesto dimostrativo nei piani folli di un estremista, un gesto distruttivo nella realtà.

La reazione

La notizia della strage razzista di Firenze, la strage degli innocenti, dei lavoratori, degli incensurati che altro non chiedevano se non lavorare per consegnare una manciata di soldi alla famiglia, sale agli onori delle cronache nazionali. Firenze è ammutolita e sgomenta, l’indomani resta in silenzio, il mercato chiuso in segno di lutto, mentre la comunità senegalese piange i suoi morti e protesta, pacifica e silenziosa, mentre altre frange estreme tentato di strumentalizzare anche il loro dolore. Dallo scranno del consiglio comunale il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, da un lato stigmatizza il gesto ‘di un solo uomo’, simpatizzante di Casapound, delirante teorico di un neonazismo nutrito di esoterismo e superstizione. Dall’altro, però, ammette l’esistenza di un enorme ‘problema’. Quello dell’integrazione, dove padri di famiglia che muoiono senza un perché in quel mercato dove hanno fatto ogni sorta di sacrificio per un posto da ambulante, o dove sono andati a trovare un amico o a fare la spesa. Dove lo straniero è presunto criminale fino a prova della sua innocenza, non il contrario.

La memoria della strage di Firenze

Samb Modou, 40 anni, era arrivato in Italia nel 2000, in tasca un visto turistico e il sogno di poter guadagnare quelle poche centinaia di euro che gli servivano per mantenere la moglie e suo bambino a Dakar. Divideva una casetta a Sesto Fiorentino con altri tre connazionali nella speranza di poter portare la famiglia in Italia. Diop Mor  54 anni e un regolare permesso di soggiorno, era in Italia dal 2008, aveva fatto tanti lavori e solo da poco aveva ottenuto la licenza di alcune ore per uno stallo nel mercato. Anche lui aveva una moglie. Sono morti per mano di Gianluca Casseri, ragioniere di Cireglio, ma per colpa della società che non ha eretto infrastrutture culturali in grado di isolare un soggetto come lui, criminale nascosto dietro una falsa ideologia fabbricata per giustificare i crimini d’odio.

"Mai più", si disse allora, poi un giorno, sei anni dopo, a Macerata, un ragazzo sparò a caso contro sei cittadini africani. Anche lui è stato definito ‘estremista di destra'.

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