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La storia del cane Angelo ha scosso l’Italia, ma il processo ancora non comincia

Il caso del cane torturato e ucciso da quattro giovani di Sangineto (Calabria) che hanno poi messo il filmato su Facebook continua a far discutere, ma la giustizia è troppo lenta. Il 26 novembre una manifestazione nazionale.
A cura di Luisa Cornegliani
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"Siamo in attesa del processo. Con tutta la mobilitazione che c'è stata, con tutte le petizioni e le manifestazioni che si svolte in giro per l'Italia credevamo che il processo sarebbe stato istruito più velocemente… Invece, siamo ancora qui che aspettiamo. La nostra domanda di costituirci parte civile è lì, ferma in Tribunale a Paola, ma non molliamo". A parlare è Edgar Meyer dell'associazione animalista Gaia Animali e Ambiente, che ha sedi e uffici legali in tutta Italia. Si riferisce al processo contro Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, Luca e Francesco Bonanata, i quattro giovani incensurati di Sangineto, in provincia di  Cosenza, che lo scorso giugno hanno torturato e poi impiccato il cane randagio Angelo e poi hanno messo il filmato su Facebook, convinti che fosse solo una bravata di cui farsi vanto con gli amici. Ora che tutta l'Italia chiede giustizia per Pilù, la cagnolina torturata e uccisa a Pescia da un altro giovane uomo senza scrupoli, viene naturale chiedersi che fine abbia fatto la causa promossa contro i quattro assassini di Angelo, denunciati per maltrattamento e uccisione di animali. Ebbene, le associazioni animaliste denunciano che nulla è ancora stato fatto sebbene il Tribunale si sia dimostrato intenzionato a procedere con celerità. Il guaio è che la Procura di Paola, competente per il caso, è sovraccarica di lavoro: non mancherebbe la volontà…

Uno dei manifesta in ricordo del povero Angelo
Uno dei manifesta in ricordo del povero Angelo

A denunciare che nulla si è mosso, dopo le iniziali dichiarazioni di sdegno delle autorità calabresi e dopo la formale denuncia dei quattro responsabili, sono anche i cittadini Sangineto. In una lettera aperta a "Quicosenza.it" hanno chiesto al sindaco, Michele Guardia, che si dia da fare perché sia assicurata una giusta punizione ai responsabili. Ecco le loro parole: "A scrivere siamo diverse persone di Sangineto. Abbiamo inviato lettere e abbiamo telefonato in Comune per richiamare l’attenzione sul caso e per fare in modo che nessuna opportunità fosse mancata per assicurare la più esemplare condanna nei confronti di chi aveva commesso quell’inqualificabile gesto. E ciò non solo nei confronti del povero cane, ma nei confronti di tutte le persone sensibili e per bene che a Sangineto vivono o villeggiano e che ne hanno sempre rispettato le persone, gli animali e l’ambiente. Purtroppo, non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Quanta indifferenza da parte delle istituzioni di Sangineto e della comunità stessa”.

I cittadini onesti di Sangineto non risparmiano critiche proprio al loro sindaco, Michele Guardia, che all'inizio, quando il filmato fece il giro del web, ha fatto finta di nulla e ha denunciato la gravità dell'episodio solo sull'onda delle polemiche e recentemente,  dopo il servizio delle "Iene", in cui il paese sembra difendere i quattro giovani torturatori. In ogni caso è un dato di fatto: gli assassini del povero Angelo sono liberi, tranquilli, in attesa di un processo da cui rischiano di uscire con una una lieve condanna perché sono tutti incensurati. Ma le associazioni animaliste non ci stanno.

Edager Meyer, presidente dell'associazione animalista Gaia
Edager Meyer, presidente dell'associazione animalista Gaia
La denuncia presentata ai magistrati di Paola: i torturatori di Angelo devono essere accusati anche di istigazione a delinquere
La denuncia presentata ai magistrati di Paola: i torturatori di Angelo devono essere accusati anche di istigazione a delinquere

Continua Edgar Meyer: "Sono diverse le associazioni che hanno intenzione di costituirsi parte civile contro di loro e che sono in attesa del processo, ma noi abbiamo fatto di più. Abbiamo presentato una denuncia integrativa. Secondo noi, i quattro assassini di Angelo non hanno compiuto solo il reato di maltrattamento e uccisione di animali, hanno commesso anche il reato di istigazione alla violenza. Mettendo il filmato su Facebook potrebbero aver indotto altri a compiere i loro stessi comportamenti. Vogliamo che rispondano anche di questo. La legge lo consente e quindi, è giusto usare contro questi criminali tutte le armi che abbiamo a disposizione  per dare giustizia ad Angelo e per evitare che altri casi del genere avvengano. Una punizione esemplare farà sicuramente da deterrente".

Il manifesto della manifestazione che si terrà a Sangineto per chiedere giustizia per Angelo
Il manifesto della manifestazione che si terrà a Sangineto per chiedere giustizia per Angelo

Intanto, per ricordare ai magistrati di Paola e ai politici di Sangineto che l'Italia non si è dimenticata di Angelo e chiede giustizia per lui, il prossimo 26 novembre Noita Onlus, il Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali, e il Partito Animalista Europeo hanno organizzato una manifestazione proprio nella cittadina. Arriveranno pullman da ogni parte d'Italia e l'intento è proprio quello di "assediare" Sangineto. Ha dichiarato Enrico Rizzi Presidente di Noita: "I quattro aguzzini di Angelo non pare che si siano pentiti e il servizio mandato in onda dalle "Iene" nei giorni scorsi prova che tanti loro concittadini li difendono ancora. L'Italia, però, è inferocita. Vuole, pretende giustizia e certezza della pena contro questi  miserabili. Registriamo giornalmente decine di adesioni alla manifestazione".

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