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La Manovra è un cantiere sempre aperto. E Berlusconi ripensa all’aumento dell’Iva

La maggioranza continua a non trovare l’accordo sulla manovra finanziaria. Tra norme che spariscono ed emendamenti che si aggiungono, il Cavaliere sarebbe anche intenzionato ad alzare l’Iva di un punto percentuale.
A cura di Alfonso Biondi
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Berlusconi

Confusione, ripensamenti, veti. La nuova manovra finanziaria viaggia su una strada irta di ostacoli. Bruxelles e l'Europa ci guardano, pretendono che si faccia qualcosa e che si faccia subito, e questa mattina il Presidente della Commissione europea Barroso avrà un incontro informale con alcuni europarlamentari del Pdl.

I nodi da sciogliere sul fronte interno sono molti. Del vertice dello scorso lunedì ad Arcore, di quegli accordi presi tra Pdl e Lega sono rimaste solamente le briciole e ora è tutto da rifare. Sulla stretta al riscatto degli anni universitari e del servizio militare ai fini pensionistici, il governo è stato costretto a fare dietrofront, perdendo così circa 1,5 miliardi di euro. Una somma che ha notevolmente ingrossato il buco dell'ammanco della manovra: una voragine che per essere riempita necessita di 7-8 miliardi di euro. Già, ma dove trovarli questi soldi?

Berlusconi vorrebbe alzare l'iva di un punto percentuale, portandola dall'attuale 20% al 21%. In un'intervista pubblicata oggi su Il Tempo il Cavaliere ha dichiarato: "L'Iva? Preferiamo non ritoccarla perché non vogliamo provocare effetti recessivi, ma se fosse necessario possiamo aumentare di un punto la fascia del 20 per cento, portandola al 21 per cento. Cosa tra l'altro assolutamente in linea con quanto avviene in molti altri Paesi europei". Insomma se non si trovano soluzioni a breve, quella dell'innalzamento dell'imposta sul valore aggiunto potrebbe davvero la strada percorribile. Da vincere però ci sono le resistenze di Giulio Tremonti che di toccare l'imposta proprio non vuole saperne. E intanto nella maggioranza la tensione sale. Secondo alcune fonti vicine al Pdl pare che Berlusconi, impegnato oggi in una conferenza a Parigi sulla situazione libica, abbia intimato a Tremonti di "spicciarsela da solo", stanco com'è dei continui tira e molla. Per il Cavaliere la manovra da portare in aula, quella che aveva definito più equa e giusta, è quella messa a punto lunedì. Ma nella maggioranza l'accordo è lungi da venire.

Nelle ultime ore è poi tornato di moda anche il contributo di solidarietà, un provvedimento che all'ultimo vertice di Arcore era stato accantonato con grande disinvoltura, probabilmente anche per evitare di dare ai calciatori altri pretesti per scioperare. Una stretta, molto probabilmente, verrà data all'evasione fiscale, ma anche qui c'è poca chiarezza. Berlusconi ha annunciato che sono allo studio dei provvedimenti molto stringenti al riguardo, ma anche che non vuole che" vengano fuori norme contrarie allo spirito che anima la maggioranza, non siamo per lo stato di polizia tributaria".  E la manovra è ancora in alto mare.

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