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La manovra del Governo: niente aumento del’IVA e incentivi alle imprese che assumono giovani

Presentata la nota di aggiornamento del DEF approvata dal Consiglio dei ministri. Polemiche nella maggioranza, MDP potrebbe non votarla in Parlamento.
A cura di Redazione
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Il Consiglio dei ministri ha approvato la nota di aggiornamento del DEF, il documento di economia e finanza che è sostanzialmente la base della prossima legge di bilancio, che arriverà in Parlamento non oltre il prossimo 20 ottobre. Le misure approvate si collocano sulla scia di quella che lo stesso Padoan ha definito come "la strategia del sentiero stretto", ovvero un uso parsimonioso e attento delle risorse a disposizione, anche in considerazione delle numerose clausole di salvaguardia attivate dai governi precedenti.

Per l'esecutivo, dunque, questa manovra sarà impostata tenendo conto "dei più recenti effetti positivi delle riforme strutturali e degli interventi di politica economica messi in atto dal Governo negli ultimi anni", che determinano un aggiornamento in positivo delle stime e degli obiettivi programmatici contenuti nel DEF presentato ad aprile. Prima di tutto le stime sul PIL vengono rivedute al rialzo, a +1,5% per 2017 e 2018 contro il +1,1% e +1% di aprile; il rapporto tra disavanzo e PIL è previsto attestarsi al 2,1% nel 2017, per scendere ancora fino all’1,6% il prossimo anno; l’aggiustamento strutturale di bilancio tra il 2017 e il 2018 viene previsto di 0,3 punti percentuali, invece che di 0,8 punti come era stato indicato nel DEF.

Il Governo utilizzerà parte delle risorse ottenute con "misure sul lato della spesa e del recupero delle entrate" per disinnescare le clausole di salvaguardia, bloccando dunque l'aumento dell'IVA. Le risorse disponibili, invece, verranno dirottate " in scelte selettive privilegiando il sostegno dell’occupazione giovanile, degli investimenti pubblici e privati, del potenziamento degli strumenti di lotta alla povertà". Tradotto: finanziamento del fondo sulla povertà e impostazione della decontribuzione per le aziende che assumono giovani (probabilmente fino ai 32 anni). Un provvedimento, quest'ultimo, fortemente osteggiato dai sindacati, che non lo considerano efficace sul lungo periodo per dare una scossa al mercato del lavoro.

Critiche anche anime della maggioranza, con Cecilia Guerra, di Mdp che spiega: "Ridurre il peso del fisco sul lavoro ci trova d’accordo. Ma se le imprese prendono laureati con finti stage a 300 euro al mese, se permettiamo il proliferare di contratti a tempo senza causale, se lasciamo che dilaghi lo straordinario, qualcosa non va. Il nostro voto non è scontato".

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