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La legge “salva-bambini” dall’abbandono in auto è bloccata in parlamento da tre anni

Da quasi tre anni in parlamento giace una proposta di legge per l’introduzione dell’obbligatorietà di installazione di appositi sensori acustici in macchina volta a evitare il ripetersi “di inspiegabili tragedie”, ovvero dei decessi causati dall’abbandono in macchina di bambini da parte dei genitori, come recentemente avvenuto a Castelfranco di Sopra.
A cura di Charlotte Matteini
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La tragica morte della bambina dimenticata in auto dalla madre a Castelfranco di Sopra, in provincia di Arezzo, ha riportato in auge la discussione sulla necessità di inserire nelle macchine dei dispositivi di sicurezza atti a segnalare l'eventuale presenza di persone nell'abitacolo in fase di chiusura. La vicenda aretina, infatti, non è l'unica di cui si abbia contezza in Italia e nel corso degli anni le cronache hanno narrato numerose morti di neonati e bimbi dimenticati in auto, tanto che nell'ottobre 2014, sulla scorta dell'ennesimo decesso, il parlamentare di Sel Gianni Melilla depositò in qualità di primo firmatario un'apposita proposta di legge, recante la modifica di alcune norme del codice della strada per rendere obbligatoria l'installazione di sensori acustici in macchina. La proposta di legge, composta da un solo articolo, prevede che "al comma 1 dell’articolo 172 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni, dopo le parole: «al loro peso» sono inserite le seguenti: «e dotato di un dispositivo di allarme antiabbandono".

Nella relazione allegata a suo tempo alla proposta si legge: "Appare quanto mai urgente introdurre nuove disposizioni nel codice della strada, di cui al decreto legislativo n. 285 del 1992, in forza delle quali diventi obbligatorio adottare un sistema di allarme che segnali la presenza del bambino nel seggiolino del veicolo e scongiuri possibili e inspiegabili tragedie, come quella accaduta ad Andrea Albanese, padre del piccolo Luca, scomparso a causa del suo abbandono nell’automobile ormai più di un anno fa, che da allora è impegnato a sensibilizzare le istituzioni affinché sia reso obbligatorio un sistema di allarme nei seggiolini per prevenire l’abbandono dei bambini".

"Sotto tale profilo si segnala, ad esempio, l’esistenza di un brevetto italiano, premiato dal Centro nazionale delle ricerche e messo a punto da un gruppo di studenti di un istituto tecnico di Bibbiena. Il dispositivo si chiama «seggiolino salva bimbi» e segnala appunto la presenza del bambino nel seggiolino quando si spegne il motore e si chiude la portiera dell’automobile. Nel 2012 in Italia sono stati 11.000 i minori fino a 14 anni di età rimasti coinvolti in incidenti stradali e il 30 per cento dei minori non viaggia in modo sicuro, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica e dell’Automobile Club d’Italia. In particolare, in sette città campione, due italiani su tre non usano il seggiolino. Alla luce di quanto esposto, con la presente proposta di legge si propone una modifica all’articolo 172 del citato codice della strada rendendo obbligatoria l’adozione di un sistema di allarme che segnali la presenza di un bambino nel seggiolino a bordo del veicolo".

Nonostante la modifica sia molto semplice e di facile realizzazione, la proposta di legge di Melilla giace nei cassetti parlamentari da quasi tre anni e immancabilmente riappare nelle cronache proprio sulla scorta di simili tragedie. Discussa in Aula e inserita in numerosi altri disegni di legge, non è infatti mai stata approvata. Per "sciatteria", sostiene Gianni Melilla –  attualmente deputato di Mdp Articolo 1: "È una vergogna, siamo sempre tutti d’accordo e ogni volta la norma viene accantonata. Ho più volte provato a inserire la norma in altri provvedimenti legislativi, anche nella legge di Bilancio, purtroppo non è mai stata approvata. Mi auguro che dopo questa tragedia governo e maggioranza abbiano consapevolezza di quanto sia immorale perdere altro tempo".

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