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L’ombra della camorra sui trasporti: 6 arrestati, tra loro uno dei ‘forconi’ (VIDEO)

Il monopolio dei trasporti su gomma in cambio dell’esclusiva sul mercato ortofrutticolo: un patto tra Casalesi e clan Riina-Messina Denaro. Sei persone arrestate, tra queste un infiltrato del movimento dei ‘forconi’.
A cura di Carmine Della Pia
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Mafia, 6 arresti

Monopolio dei trasporti e del mercato ortofrutticolo.

camorra

Un patto tra il clan camorristico dei Casalesi e la famiglia mafiosa Riina-Messina Denaro per il controllo dei trasporti su gomma e il commercio di prodotti ortofrutticoli. La squadra mobile di Caserta e il Centro Operativo Dia di Roma hanno scoperto la collaborazione tra i due gruppi malavitosi, sei elementi di spicco sono finiti in carcere: tra questi, un infiltrato del movimento dei ‘forconi‘. I reati contestati sono associazione mafiosa, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni e traffico di armi. Tra le persone arrestate ci sono i parenti dei due capi dei clan: Nicola Schiavone, figlio di Francesco ‘Sandokan’ (capoclan dei Casalesi) e Gaetano Riina, fratello di Totò.

Collaborazione tra clan camorristici

Il patto tra i Casalesi e il clan di Messina Denaro verteva sul monopolio dei trasporti su gomma. Se il clan capitanato dagli Schiavone assumeva il controllo sui trasporti, gli imprenditori del commercio all’ingrosso, organici alla cosca Riina-Messina Denaro, avevano la possibilità di vendere prodotti ortofrutticoli provenienti dalla Sicilia in regime esclusivo. La collaborazione ha coinvolto le regioni Sicilia, Campania e Lazio, con particolare concentrazione a Fondi, punto strategico per il mercato di frutta e verdura.

Sei persone sono state arrestate non solo per il patto tra i clan, ma anche per un ingente traffico di armi acquistate nell’Est Europa dai Casalesi. Per il trasporto della merce illegale venivano utilizzati gli autotreni delle imprese di trasporto monitorate dalle organizzazioni camorristiche. Tra le persone arrestate, un uomo segnalato nel corso delle manifestazioni dei ‘forconi’. Insieme a manifestanti onesti, infatti, il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, aveva già segnalato infiltrati legati alla malavita.

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