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L’India pensa alla pena di morte per il reato di stupro

Dopo la violenza contro una 23enne Nuova Delhi pensa all’inasprimento delle pene. Per ora la massima condanna prevista è l’ergastolo.
A cura di Redazione
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India, rivolta a New Delhi contro lo stupro di gruppo

La pena di morte contro gli stupratori è la risposta del governo di New Delhi al terribile episodio di violenza sessuale ai danni di una studentessa indiana lo scorso 16 dicembre nella capitale. La giovane, 23 anni, dopo essere stata sequestrata su un autobus insieme a un amico, è stata violentata e poi lanciata fuori dal veicolo in corsa. Il fatto ha generato una ondata di sdegno nel Paese con accese manifestazioni. Al momento la condanna massima prevista per reati di questo genere in India è l'ergastolo, ma il ministro dell'Interno Sushil Kumar Shinde,
ha annunciato un inasprimento delle pene. Lo ha fatto nel giorno in cui è finita in tafferugli violenti una manifestazione di indiani che protestavano contro le autorità dopo la tragica aggressione. Poco prima il premier indiano Manmohan Singh aveva incontrato il ministro degli Interni per chiedere di "fare tutto il possibile per rendere sicure le donne nella capitale" affinché "non si ripetano più incidenti del genere". E la conferma che l'esecutivo starebbe studiando la possibilità di introdurre nel codice penale la pena capitale per alcuni casi eccezionali ed efferati di violenza sessuale è puntualmente arrivata.
Intanto migliorano le condizioni della giovane vittima di violenza: i suoi aggressori, sei balordi, l'hanno ridotta in fin di vita, violentata e seviziata a bordo del bus privato sul quale era salita con il fidanzato. Ora la donna è ancora in prognosi riservata dopo essere stata sottoposta ad un delicato intervento.

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