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Izzo rivela: Rossella seviziata con il rituale degli incappucciati. Spuntano legami col mostro di Firenze

Nuova rivelazione choc del mostro del Circeo: lo stupro e l’omicidio di Rosella Corazzin confessati ai giudici dopo 41 anni sarebbero avvenuti nella villa di Francesco Narducci, il medico fiorentino per lungo tempo sospettato di essere il mostro di Firenze. “Seviziata in un rituale satanico”.
A cura di Angela Marino
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"Rossella Corazzin è stata violentata su un tavolo nella villa di Francesco Narducci, il medico sospettato di essere il mostro di Firenze". È l'agghiacciante dettaglio aggiunto da Angelo Izzo, il ‘mostro del Circeo‘ alla confessione, depositata nel 2016 e divulgata qualche giorno fa, dello stupro e dell'omicidio di Rossella Corazzin, sparita nel 1975 a Tai di Cadore (Belluno). Secondo quanto dichiarato ai giudici, Rossella sarebbe stata tenuta prigioniera, violentata e uccisa proprio nella villa sul Trasimeno di Narducci, trovato annegato nel lago Trasimeno nel 1985.

Lo stupro

I fatti si sarebbero svolti nel settembre del 1975 a Tai di Cadore, dove l'allora diciassettenne era in vacanza con la famiglia. Ad avvicinarla mentre faceva una passeggiata il branco di cui facevano parte il medico Francesco Narducci, altri due giovani e Gianni Guido, Andrea Ghira e Angelo Izzo, questi ultimi futuri resi protagonisti, l'anno successivo, del massacro del Circeo. Secondo il racconto di Izzo, la vittima sarebbe stata avvicinata mentre stava passeggiando e indotta a salire a bordo di una Land Rover, con la quale sarebbe stata condotta alla villa sul lago Trasimeno.

Il rituale del sangue degli ‘incappucciati'

Qui, secondo quanto riferito da Izzo, sarebbe stato inscenato un vero e proprio rito satanico: Rossella sarebbe stata legata ad un tavolo, seviziata e violentata da dieci persone incappucciate, tra le quali lo stesso Izzo, che però ha specificato di non aver partecipato all'uccisione. "Non ho visto l'omicidio – ha raccontato – ma sapevo che doveva essere soppressa". Alla fine del rito i partecipanti si sarebbero segnati le mani con un taglio, per suggellare un patto con il sangue.

Le prove

Le sciocccanti dichiarazioni, la cui attendibilità è ancora al vaglio degli inquirenti, sono state rese in due occasioni nel 2016 da Izzo all'allora procuratore di Belluno Francesco Saverio Pavone. Per stabilirne la veridicità del potrebbe essere utile l'esame degli arredi dell'allora villa dei Narducci, in particolare sul tavolo dove Izzo che si consumarono le violenze e sul quale potrebbero ancora essere presenti c tracce biologiche.

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