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Ius soli, news sulla riforma della cittadinanza

Ius Soli, Minniti: “La legge va approvata entro la fine della legislatura”

Il Ministro degli Interni Marco Minniti: “Si possono governare i flussi tenendo conto del principio di umanità e della tenuta democratica del Paesi di provenienza”.
A cura di Davide Falcioni
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Colpo di scena nella discussione sullo Ius Soli, la norma che prevede che sia cittadino italiano chiunque nasca in Italia da genitori stranieri, dei quali almeno uno sia in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo. Dopo la battuta d'arresto degli ultimi mesi il Ministro degli Interni Marco Minniti – intervenuto ad Assisi ad un evento organizzato dalla CEI – ha fatto marcia indietro e chiesto che la legge venga approvata entro questa legislatura, trovando una maggioranza parlamentare allo scopo.

Determinante in tal senso sarebbe il compito del Vaticano, cui spetterebbe un ruolo fondamentale nel cercare di convincere Angelino Alfano, ministro degli Esteri e alleato di punta in seno alla maggioranza: il siciliano, seppur contrario, avrebbe fatto intravedere la possibilità di rivedere le sue posizioni e non è escluso che pressioni della Santa Sede possano aiutare. "Dobbiamo fare una battaglia politica e culturale", ha dichiarato Minniti da Assisi, sottolineando che non vi è alcun rapporto tra lo ius soli e l'arrivo dei migranti. "Si possono governare i flussi tenendo conto del principio di umanità e della tenuta democratica del Paesi di provenienza", ha detto ancora il ministro dell'Interno. "L'Italia è un Paese che ha accolto e accoglierà ancora".

Delrio: "Rinunciare allo Ius Soli grave atto di paura"

Nei giorni scorsi l'apparente intenzione del Presidente del Consiglio a portare al voto al Senato la legge sullo ius soli aveva creato non pochi mal di pancia, in primis quello del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che aveva bollato l'atteggiamento del premier come un "atto di paura grave”. “Si tratta di una legge di civiltà e di diritti – ha affermato il Ministro -. Non ci può venire nessun male nel riconoscere i diritti a questi ragazzi che sono di fatto già italiani, parlano il nostro dialetto e giocano con i nostri figli. Devono essere riconosciuti per quello che sono: persone”. Delrio aveva poi aggiunto: “Abbiamo bisogno di non farci dominare dalla paura, ma siamo anche aperti alla speranza perché il capogruppo del Partito democratico ha detto che si sta cercando di costruire le condizioni affinché vi siano i voti in Parlamento".

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