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Isis, l’ambasciata in Libia agli italiani: “Lasciate subito il Paese”. Gentiloni: “Pronti a combattere”

L’invito è stato spedito dalla sede diplomatica a Tripoli ai connazionali. Il Paese nel caos, dopo che lo Stato Islamico è riuscito a mettere le mani su Sirte.
A cura di Biagio Chiariello
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Appello dell'ambasciata italiana in Libia: i nostri connazionali devono immediatamente lasciare il Paese per motivi di sicurezza. Un invito che arriva alla luce delle ultime conquiste dell’Isis: i jihadisti alleati dei miliziani del Califfato hanno formalmente preso il controllo di Sirte, a 500 chilometri a est di Tripoli, tanto da istituire il loro quartier generale in un edificio nella zona centrale. Inoltre, un gruppo di appartenenti allo Stato Islamico ha occupato Radio Sirte, una stazione radiofonica dell'omonima città costiera. La conferma viene da alcuni siti web vicini agli stessi jihadisti su cui sono state pubblicate foto in cui appaiono guerriglieri negli studi armati di kalashnikov. E sempre su internet sono state pubblicate le immagini di 21 prigionieri in tuta arancione, ripresi sulla spiaggia di Sirte. Si tratterebbe di 21 cittadini egiziani definiti “miscredenti”, “cristiani copti”. Non a caso anche il presidente egiziano al Sisi ha invitato i suoi connazionali a lasciare subito il Paese.

C’è da dire che sono ormai davvero pochi gli occidentali che si trovano in Libia. Negli ultimi giorni per motivi di sicurezza lo stesso personale della ambasciata italiana è stato richiamato a Roma, lasciando a Tripoli il solo diplomatico con i suoi più stretti collaboratori. Al Consiglio europeo il premier italiano Matteo Renzi ha lanciato l’allarme per la situazione in Libia, anche in considerazione del fatto che i tentativi per formare un governo di pacificazione nazionale non hanno portato ai risultati sperati. Renzi ha anche annunciato che l’Italia “è pronta a fare la sua parte” per restituire serenità al Paese.

Ministro Gentiloni: se dialogo fallisce Italia pronta a combattere – “Se non si trova una mediazione” in Libia, bisogna pensare “con le Nazioni unite a fare qualcosa in più”: lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a SkyTg24. Gentiloni ha aggiunto che l'Italia è “pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale”. “L'Italia è minacciata dalla situazione in Libia, a 200 miglia marine di distanza”, ha spiegato il ministro, commentando le notizie allarmanti sulla presenza dell'Isis a Sirte. Le immagini della bandiera nera dell'Isis sulla cupola di San Pietro sono “farneticazioni propagandistiche, che non possiamo però sottovalutare”, ha detto ancora il ministro degli Esteri.

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