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Iran, continuano le proteste contro il governo e la corruzione del regime: 13 morti

Secondo la televisione di stato iraniana, è di 13 morti e almeno trecento persone arrestate il bilancio delle manifestazioni antigovernative che da giorni infiammano il paese mediorientale. Il presidente Rouhani contro Trump: “Interferisce con il nostro governo. Forse si è dimenticato di quando ci definiva terroristi”.
A cura di Ida Artiaco
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Non si placano in Iran le proteste contro il governo, il carovita e la corruzione del regime, nonostante l'appello, arrivato poche ore prima della fine dell'anno da parte del presidente Hassan Rouhani, che ha riconosciuto la libertà di manifestazione seppur nel rispetto della legalità. Il bilancio è tragico: secondo la televisione di Stato iraniana, almeno 13 persone sono state uccise mentre trecento sono gli arresti effettuati tra Teheran, Izeh e Arak dove 12 agenti di polizia sono rimasti feriti negli attacchi all’ufficio del governatorato della stessa città.

La repressione del governo, che ha già arrestato centinaia di manifestanti e oscurato social network come Instagram e Telegram, dunque continua con il "pugno di ferro". Il regime di Teheran ha fatto sapere che coloro che da tre giorni manifestano contro le difficoltà economiche, la mancanza di lavoro e la corruzione nel paese, dovranno pagare un alto prezzo in caso di ulteriori proteste non autorizzate. L’ondata di manifestazioni anti-governative che ha interessato diverse tra le principali città iraniane è la maggiore sfida alla leadership iraniana dal 2009 , quando la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad venne contestata per mesi dai manifestanti.

Sulla questione è intervenuto nelle scorse ore anche il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. "Sosteniamo il diritto del popolo ad esprimersi pacificamente – si legge in una nota della Casa Bianca, che già due giorni fa aveva esortato il governo di Teheran a rispettare i diritti dei manifestanti, perché "il mondo vi guarda" -. Incoraggiamo tutte le parti a proteggere questo diritto fondamentale all'espressione pacifica e ad evitare qualsiasi azione che contribuisca alla censura".

Parole, queste, che non piaciute al presidente iraniano Rouhani, che ha dichiarato: "Quello che dice Trump interferisce con l'attività delle autorità dell'Iran. Forse si è dimenticato di quando definiva gli iraniani terroristi".

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