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Opinioni

Iacopino (OdG): “Non solo Barbara D’Urso. Pronti altri esposti contro chi non rispetta vittime e minori”

Intervista al presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dopo la denuncia a Barbara D’Urso per come ha trattato in tv caso di Elena Ceste. L’affondo di Iacopino a Osservatorio Minori e associazioni di tutela delle donne: “Mute dopo la mia denuncia”. L’OdG ha spedito una lettera a tutte le testate televisive italiane: “Vigilare su come vengono trattati i casi di cronaca nelle trasmissioni di intrattenimento”. Sul tavolo dell’Ordine ci sono già altri potenziali 70 “casi D’Urso”.
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Enzo Iacopino ha “scoperto” Facebook qualche anno fa. Da allora il presidente nazionale dell'Ordine dei Giornalisti sul suo canale social, unico tra i massimi rappresentanti delle istituzioni giornalistiche (il sindacato dei giornalisti, ad esempio, si guarda bene dal farlo) annota riflessioni sul mestiere, per lo più destinate alle battaglie dei tanti cronisti precari italiani e annuncia provvedimenti formali o prese di posizione dell'Odg. Quando, qualche giorno fa, ha puntato l'indice su Barbara D'Urso e il suo programma sulle reti Mediaset, Iacopino sapeva di maneggiare materiale rovente, ma non fino al punto di scatenare una vera e propria guerra con il partito dei pro e dei contro.

Iacopino, è chiaro che la denuncia nei confronti di Barbara D'Urso nasce da una profonda indignazione. Ci spiega com'è andata?
Sinceramente? Ero sul divano, guardavo la tv dopo una mattina di lavoro, non sapevo minimamente cosa fosse accaduto nelle ore precedenti sul fronte delle notizie. Giochicchiando col telecomando ho cambiato canale e ho visto la faccia di una donna con gli occhi lucidi… Mi sono detto, ma che è successo? E mi sono messo a guardare. Era la signora D'Urso e parlava della storia di Elena Ceste. Del caso io conoscevo solo il fatto di cronaca, non altro. Nella trasmissione della D'Urso ho potuto sentire le interviste ai vari Tony e Mario, conoscenti della donna. E pensavo che c’è una ragazzina di 14 anni, la più grande dei figli della signora Ceste, che va a scuola ed ha il diritto di non sentir mettere discussione la moralità della madre. Mi sono così incazzato che non ho fatto niente subito proprio perché ero arrabbiato. Ci ho riflettuto prima. E dopo ho deciso cosa fare.

È finita che lei ha spedito a due Procure un esposto per esercizio abusivo della professione di giornalista, girato anche all'Agcom, al Garante privacy e al Comitato tutela minori. Si è scatenato di tutto.
Si è scatenato? Io invece registro molti silenzi. Quello dei movimenti di tutela delle donne ad esempio; nel giorno della violenza contro le donne tutti zitti. Elena Ceste cos'è? Il Garante dell'Infanzia muto, idem il presidente dell'Osservatorio media e minori. I figli di Elena Ceste che cosa sono? Ho visto gente pagata e impegnata nella tutela dei cittadini che su questa storia ha fatto finto di niente e ha guardato dall'altra parte.

C'è chi ha definito l'esposto Odg come un tentativo di censura da parte dell'Ordine e si è schierato con la D'Urso a "tutela del diritto di cronaca". Come risponde a quest'accusa?
Certo, capisco… se l'Ordine dei Giornalisti interviene contro la tv del dolore, quella che frugava morbosamente nella vita di Sarah Scazzi, di Melania Rea, di Yara Gambirasio e oggi fa altrettanto in quella di Elena Ceste qualcuno si indigna, urlando alle violazione della libertà e parla di difesa dell'articolo 21 della Costituzione, sostenendo che tra l'Odg e Barbara D'Urso stanno con quest'ultima e con i suoi diritti. Io, invece, sto coi figli di Elena Ceste. E lascio ad altri il diritto di bearsi dell'olezzo della spazzatura.

Barbara D'Urso non è più giornalista…
Sì, a suo tempo lei fu messa sotto procedimento disciplinare e preferì dimettersi.

Dicevo, appunto, Barbara D'Urso non è più iscritta. Poi però anche nelle testate giornalistiche ci sono casi non certo edificanti. L'Ordine interviene o interverrà anche in queste situazioni?
È già scritta e partirà nelle prossime ore, una mia lettera, indirizzata ai direttori responsabili delle testate giornalistiche televisive pubbliche e private, con l'obiettivo di sollecitare il rispetto della privacy di vittime e dei parenti, in particolar modo se si tratta di minori nella trattazione di episodi di cronaca.

Chi fra i colleghi trasgredisce cosa rischia?
In caso di omesso controllo scatta subito l'apertura di un procedimento disciplinare, secondo quanto previsto dalle stesse norme dell'Odg. Noi invieremo gli esposti agli Ordini regionali e ovviamente alle Procure e a tutti gli organi deputati, come sempre. L'essere iscritti all’Ordine dei giornalisti deve potere essere anzitutto una garanzia per i cittadini, perché i giornalisti hanno un obbligo deontologico da rispettare.

Dopo l'apertura del caso D'Urso le sono arrivate altre segnalazioni?
Direi proprio di sì: io ne ho contate almeno settanta.

La lettera spedita dall'OdG alle testate televisive

La lettera–diffida dell'OdG alle testate televisive italiane.
La lettera–diffida dell'OdG alle testate televisive italiane.
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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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