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Incriminata la giornalista dei calci e sgambetti ai migranti: “Disturbo ordine pubblico”

Petra Laszlo, la giornalista ungherese che l’anno scorso fece uno sgambetto a un migrante siriano che insieme al figlioletto cercava di sfondare il cordone di polizia al confine tra Ungheria e Serbia, dopo quel gesto si difese dicendo di essere andata nel “panico”.
A cura di Susanna Picone
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Era l'8 settembre di un anno fa quando Petra Laszlo, una giornalista ungherese, fece cadere un uomo che insieme al figlioletto e centinaia di profughi cercava di sfondare il cordone di polizia al confine tra Ungheria e Serbia. Il suo sgambetto, immortalato da altri reporter e ampiamente pubblicizzato sui media di tutto il mondo, suscitò enorme indignazione. In quel periodo centinaia di migranti sbarcati in Grecia transitavano ogni giorno dai Balcani nel tentativo di raggiungere la Germania e in particolare quel giorno in molti erano riusciti a forzare un cordone della polizia ungherese. Ora, a un anno di distanza dai fatti, la giornalista dei calci e sgambetti ai migranti è stata formalmente incriminata, riferisce il procuratore di Csongrad, Zsolt Kopasz.

“Gesto non ha causato ferite ma comportamento ha provocato indignazione” – I magistrati, tuttavia, smorzano la gravità del gesto della Laszlo in quanto sostengono che non fu “motivato da considerazioni etniche o dallo status di migranti”. La reporter ungherese è infatti chiamata a rispondere solo di “disturbo dell'ordine pubblico”: il suo gesto, secondo la procura, “non ha causato ferite ma il suo comportamento ha provocato indignazione e collera nelle persone presenti”.

Dopo quell’episodio la giornalista perse il lavoro – All’epoca dei fatti Laszlo lavorava per un sito vicino all'estrema destra ma dopo che i video del suo sgambetto hanno fatto il giro del mondo ha perso il lavoro. Travolta dalle critiche, la donna si difese dicendo di essere andata nel “panico” e successivamente ha anche annunciato di voler denunciare Facebook e lo stesso migrante sgambettato. Intanto per la vittima di quel brutto gesto, il siriano Osama Abdul Mohsen, è arrivata un po’ di fortuna: insieme al figlioletto ha ottenuto asilo in Spagna, dove lavora come allenatore di calcio.

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