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La reporter dei calci ai migranti denuncia il profugo siriano e Facebook

Petra Laszlo, l’operatrice ungherese già licenziata, apparsa in alcuni video mentre prende a calci i migranti, tra cui bambini, ha deciso di citare in giudizio Facebook e uno dei profughi sgambettato: “Ha mentito nelle sue testimonianze, peraltro ora ha un lavoro e io invece no”. Il social network invece non avrebbe cancellato invece le ingiurie contro di lei.
A cura di Biagio Chiariello
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Licenziata e travolta dalle polemiche per i filmati sui calci ai profughi, la reporter ungherese Petra Laszlo ora ha deciso di denunciare Facebook e lo stesso rifugiato siriano sgambettato, mentre fuggiva dalla polizia durante gli scontri a Roszke, al confine meridionale con la Serbia, lo scorso settembre. La donna, ormai ex cameraman per l’emittente ungherese N1TV, era arrivata anche a scusarsi per il suo gesto, ma ora ha spiegato al giornale russo Izvestia di aver deciso che non appena il processo nei suoi confronti sarà concluso presenterà due distinte cause: la prima contro Osama Abdul Mohsen, il 52enne migrante che aveva fatto cadere a terra con in braccio suo figlio dopo averlo sgambettato (la Laszlo aveva scalciato anche un ragazzino nella stessa occasione).

Le motivazioni lasciano perplessi: "Ha cambiato la sua testimonianza, perché inizialmente aveva accusato la polizia", ​​avrebbe detto secondo Marshable. "Mio marito vuole dimostrare la mia innocenza. Per lui, ora è una questione d'onore”. Ma non è detto, l'operatrice adduce il fatto che il profugo ha trovato un lavoro in Spagna come allenatore di calcio, mentre lei è stata appunto licenziata.

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Facebook invece sarebbe colpevole di non aver cancellato i commenti contro di lei, contenenti minacce nei giorni in cui infuocava la polemiche per i video dei calci ai profughi circolati in Rete. Al contrario il social network, sostiene Laszlo, avrebbe censurato i gruppi nati per sostenerla e che divulgavano la sua versione dei fatti. La donna, che aveva sostenuto di aver agito in quel modo per “paura”, ha detto al giornale russo che vuole trasferirsi in Russia insieme alla sua famiglia: “Per noi ora è importante lasciare l’Ungheria, decideremo dopo il processo”.

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