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Ricordate il profugo sgambettato in Ungheria? Vive in Spagna e guadagna 1.200 euro al mese

Osama Abdul Mohsen, il siriano sgambettato a settembre da una giornalista ungherese, oggi vive vicino a Madrid, lavora come allenatore, guadagna 1.200 euro al mese e abita in un appartamento offertogli dal suo datore di lavoro.
A cura di Davide Falcioni
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Osama Abdul Mohsen, Syrian refugee who was tripped at a border hotspot by a Hungarian journalist poses for a photo after he arrived in Jihlava, Czech Republic, on October 30, 2015 as a guest of the Jihlava International Documentary Film Festival. The Jihlava Documentary Film Festival is one of the biggest events of its kind in Central and Eastern Europe. AFP PHOTO / MICHAL CIZEK (Photo credit should read MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images)
Osama Abdul Mohsen, Syrian refugee who was tripped at a border hotspot by a Hungarian journalist poses for a photo after he arrived in Jihlava, Czech Republic, on October 30, 2015 as a guest of the Jihlava International Documentary Film Festival. The Jihlava Documentary Film Festival is one of the biggest events of its kind in Central and Eastern Europe. AFP PHOTO / MICHAL CIZEK (Photo credit should read MICHAL CIZEK/AFP/Getty Images)

Ricordate la storia di Osama Abdul Mohsen, il profugo siriano che venne sgambettato dalla giornalista ungherese Petra Laszlo che la scorsa estate stava documentando il passaggio di centinaia di richiedenti asilo attraverso il confine di Röszke? Ebbene, a quasi sei mesi di distanza da quella vicenda, che suscitò indignazione in tutto il mondo, l'emittente Al Jazeera è tornata sulle tracce di Osama e di suo figlio Mohsen di sette anni, che ora vivono a Getafe, una città delle vicinanze di Madrid, al riparo dalla guerra ma alle prese con le difficoltà quotidiane nel ricostruirsi una vita dignitosa.

Ebbene, oggi Osama Abdul Mohsen ha conseguito un permesso di soggiorno che gli consente di lavorare come allenatore di calcio: guadagna 1.200 euro al mese e il suo datore di lavoro ha fornito a lui e alla sua famiglia anche un appartamento e la possibilità di seguire gratuitamente dei corsi di lingua. Ciò però non basta per renderlo felice: sua moglie e altri due figli sono infatti bloccati da settimane in Turchia e, malgrado le numerose rassicurazioni del governo iberico, la donna non ha ancora ottenuto il via libera per arrivare in Spagna e ricongiungersi con il marito.

"Sono molto triste: tutto qui è perfetto: le persone sono gentili con noi, amo il mio lavoro, ma non capisco il motivo per cui non sono ancora pronti i documenti per la mia famiglia". L'uomo, con l'aiuto del suo datore di lavoro Miguel Angel Galan, ha scritto una lettera al primo ministro Rajoy per tentare di fare pressione ma per il momento è stato tutto inutile: la legge infatti prevede che i documenti necessari alla moglie per l'espatrio vengano ritirati presso l'ambasciata di Beirut, cosa impossibile per Osama che, se si recasse in Libano, rischierebbe di essere arrestato per le sue affermazioni critiche verso il governo. Per questo, a sei mesi dal suo arrivo in Europa, la vita di Osama Abdul Mohsen non può ancora dirsi veramente completa e felice. Dove non sono arrivati i muri e l'odio di una giornalista sta riuscendo la burocrazia europea.

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