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In Libia è caccia a Gheddafi: il Cnt mette una taglia di 1,6 milioni di dollari sulla testa del Rais

Mentre continuano gli scontri in alcune zone di Tripoli, il consiglio di Bengasi mette una taglia sulla testa del dittatore, vivo o morto e annuncia un’amnistia per chiunque consegnerà il Rais. Dopo la conquista di Ras lanuf i ribelli marciano verso Sirte, città natale di Gheddafi.
A cura di Antonio Palma
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I ribelli festeggiano la liberazione di Tripoli

Continuano gli scontri in tutta la Libia occidentale, a Tripoli si spara ancora nei pressi della cittadella bunker di Bab al-Aziziya, mentre scambi di artiglieria si registrano nei pressi della città di Zuwara. I ribelli dopo aver conquistato buona parte della Capitale e l’importante porto petrolifero di Ras Lanuf, marciano ora verso Sirte, città natale del colonnello Gheddafi e ultimo bastione dei lealisti del governo libico.

Nonostante tutti si affrettino a dire che non è importante dove sia il Rais, è lui il ricercato numero uno. “Lo uccideremo come un ratto” ha detto Muktar al-Akhda comandante dei ribelli, mentre il Consiglio Nazionale Transitorio ha offerto una taglia di 1,6 milioni di dollari sulla testa Muammar Gheddafi, vivo o morto. Inoltre come ha dichiarato il presidente dello stesso consiglio, Mustafa Abdel Jalil, a chiunque consegnerà il rais sarà concessa l'amnistia.

Per il momento notizie certe sulla sua posizione non ve ne sono, le possibili vie di fuga sono molte anche se in tanti credono che in realtà sia ancora sul suolo libico, lo stesso Gheddafi in un comunicato radiofonico ha assicurato di volere resister fino alla fine. Secondo alcuni si troverebbe ancora nei dintorni di Tripoli, in qualche fattoria a sud della capitale. Molte forze lealiste, infatti, sono ancora asserragliate in alcune zone della capitale e colpi di artiglieria e missili stanno piovendo sull’aeroporto e sulla stessa Bab al Aziziya in mano ai ribelli.

Liberi invece i giornalisti che erano prigionieri all’interno dell’hotel Rixos, i lealisti che controllavano l’edificio e i cecchini sembrano si siano spostati, forse per raggiungere le altre forze che si battono nei sobborghi a sud della capitale. In aiuto dei ribelli molto probabilmente ci sono delle forze speciali di alcuni Paesi della Nato, anche se il comando dell’alleanza atlantica ha precisato che nessuna forza di terra è prevista dall’attuale missione in Libia.

Tutti sperano che Gheddafi faccia finalmente un passo indietro, o che qualcuno dei suoi lo convinca a farlo o, almeno, lo tradisca e lo consegni ai ribelli. Anche la Russia, da sempre alleata del Rais, ha chiesto a Gheddafi di avviare negoziati per evitare altri spargimenti di sangue. Oramai la zona sotto il controllo del comitato di Bengasi sfiora il 90% del territorio libico e la fine del regime è dietro l’angolo, ora il vero dilemma è capire quanto potrà essere costoso in termini di vite umane quest’ultimo atto di forza del dittatore libico.

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