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Imu, a giugno si pagherà solo il 50% dell’aliquota base

Un emendamento al decreto fiscale presentato al Senato chiarisce la procedura per la prima rata dell’Imu, ma introduce anche la possibilità di una nuova revisione delle aliquote da parte del Governo dopo aver valutato gli introiti della prima rata.
A cura di Antonio Palma
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Un emendamento al decreto fiscale presentato al Senato chiarisce la procedura per la prima rata dell'Imu, ma introduce anche la possibilità di una nuova revisione delle aliquote da parte del Governo entro luglio dopo aver valutato gli introiti della prima rata.

Dopo la confusione dei giorni scorsi, con l'appello lanciato dai Caf sull'impossibilità di calcolare la nuova imposta sugli immobili, Imu, il Parlamento e il Governo sembrano aver recepito l'avvertimento e con un emendamento ad hoc da inserire nel decreto di semplificazione fiscale, hanno chiarito che per la prima rata Imu del 2012 il totale da pagare sarà il 50% dell'importo ottenuto applicando le aliquote di base e le detrazioni previste. In pratica per tutti gli italiani varrà l'aliquota di base fissata dal Governo, il 4 per mille sulla prima casa e il 7,6 per mille su tutti gli altri immobili anche in quei pochi comuni che già avevano deliberato una diversa aliquota. Con il saldo definitivo a fine anno si pagherà il resto, calcolando le effettive aliquote  stabilite nel frattempo dal Comune di residenza.

Il Governo valuterà nuovi interventi sull'Imu entro luglio – Un emendamento dei relatori Antonio Azzollini e Mario Baldassarri che, oltre a risolvere una questione controversa, nasconde anche un altro dato significativo, la possibilità che il Governo ci ripensi e modifichi nuovamente le aliquote dell'Imu stabilite in precedenza. Lo stesso emendamento presentato in accordo con il Governo, infatti, stabilisce che l'Esecutivo si riserva la possibilità di modificare le aliquote in base al gettito della prima rata "per assicurare l'ammontare del gettito complessivo previsto per l'anno 2012". Insomma il Governo ha calcolato un certo introito da raggiungere quest'anno, circa 21 miliardi, e in base ai risultati effettivi della prima rata che si sapranno a fine estate deciderà poi entro il 31 luglio se è il caso di modificare aliquote, margini di manovra dei comuni e detrazioni.

Il decreto sarà votato in Senato domani – Chiarita la confusione  per le scadenze imminenti resta dunque il dubbio sulla somma complessiva che ogni famiglia dovrà versare per la nuova Imu. Al momento nessuno sa come andrà a finire ma si dovrà attendere l'estate e le scelte future dell'Esecutivo. Scelte che probabilmente saranno condizionate anche dall'andamento generale dell'economia nazionale e dal risanamento dei conti pubblici dell'Italia. L'emendamento sarà discusso oggi dalle Commissioni bilancio e finanze del Senato e da domani l'intero decreto approderà a palazzo Madama per essere votato.

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