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Presto libero Claudio Colangelo, il turista italiano sequestrato dai maoisti

I ribelli dell’Orissa impongono una linea meno dura per il rapimento dei due turisti italiani. La liberazione di Claudio Colangelo potrebbe avvenire a breve.
A cura di Carmine Della Pia
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Imminente la liberazione di uno dei turisti rapiti in India

Potrebbe riabbracciare presto i suoi cari Claudio Colangelo, il turista laziale rapito in India lo corso 14 marzo insieme alla sua guida, Paolo Bosusco. L'uomo ha avuto la febbre, al momento è debole e molto stanco, spiegano fonti in contatto diretto con i rapitori. Il turista sta facendo i conti con le difficili "regole" imposte dai rapitori, i ribelli maoisti dell'Orissa, che ogni giorno costringono i due a lunghi spostamenti per evitare ogni localizzazione da parte delle forze governative. Secondo fonti locali, anche Paolo Bosusco, proprietario di un'agenzia specializzata in trekking ed escursioni in India, sarebbe molto provato dagli ultimi giorni trascorsi in balìa dei rapitori maoisti, e la liberazione potrebbe avvenire "non oggi, ma nei prossimi giorni".

In arrivo il secondo mediatore da Delhi – Per oggi pomeriggio a Bhubaneswar capitale dell'Orissa, è atteso il secondo mediatore indicato dai maoisti e accettato dal governo per la liberazione dei turisti italiani rapiti. Stando alle ultime notizie dall'Orissa, i maoisti sono consci della costante perdita di consenso dovuta al rapimento avvenuto per una serie di foto scattate da uno dei due turisti, o, più propriamente, per il turismo considerato "d'assalto" ai danni delle tribù dello stato. Per tale motivo, i ribelli, che inizialmente avevano avanzato ben 13 richieste per la liberazione dei due italiani ed imposto un ultimatum, prorogato a più riprese.

I maoisti riducono le richieste – Il rapimento di Claudio Colangelo e Paolo Bosusco sarebbe avveunto, principalmente, come atto di ribellione nei confronti del turismo considerato "da baraccone", ma dalle imposizioni dei primi giorni, i ribelli dell'Orissa sono giunti ad una brusca calma. Non più 13 richieste per liberare gli ostaggi, ma tre, al massimo quattro, quelle considerate maggiormente accettabili dallo Stato indiano. Questa riduzione, unita all'indulgenza nei confronti di uno dei due prigionieri, molto provato dalla malaria, portano a pensare che la liberazione potrebbe avvenire a breve.

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