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Il Sindaco leghista e la delibera anti-migranti: vietato affittare case ai profughi

Il comune di San Germano Vercellese ha emesso una delibera che va a multare quanti decidano di affittare locali a extracomunitari. Il provvedimento è arrivato al Parlamento, ma per il ministro degli interni Minniti deve essere la magistratura a occuparsene.
A cura di Maurizia Marcoaldi
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Multe fino a 5mila euro per chi affitta case o locali a extracomunitari, cooperative o associazioni. Questo il provvedimento della giunta comunale di San Germano Vercellese e andrà applicato a chiunque affitti senza prima aver avvertito il comune. La motivazione appare chiara dal titolo della delibera: "Tutela del territorio sangermanese dall'invasione delle popolazioni africane e non solo". La multa va dai 150 ai 5 mila euro e sanziona quanti decidano di affittare i propri locali senza comunicarlo al municipio entro 15 giorni.

Il sindaco del comune piemontese di 1.800 abitanti è la leghista Michela Rosetta che nella premessa alla delibera spiega la presa di posizione: “È intollerabile  che Prefetture, privati, organizzazioni (religiose e non), cooperative ed enti in genere facciano business con il sistema dell'accoglienza  fregandosene dell'amministrazione comunale che, suo malgrado, si troverà costretta a gestire enormi problemi quando la grande maggioranza dei richiedenti asilo si scoprirà non avere diritto allo status di profugo, continuando a pesare sulle comunità locali". Il provvedimento è stato approvato lo scorso 9 agosto e qualche giorno fa è anche approdato al Parlamento.

Durante l’ultimo question time il ministro degli interni Marco Minniti ha commentato la delibera affermando che il Viminale, pur non condividendo la linea del comune piemontese, non ha nessuna competenza in merito e che soltanto la magistratura può esprimersi e legiferare. "Le affermazioni contenute nella delibera di giunta del Comune di San Germano Vercellese non sono in alcun modo conciliabili con la strategia del Governo concretizzatasi con l’accordo tra Viminale ed Anci sul progetto dell’accoglienza diffusa", ha sottolineato Minniti.  Per poi aggiungere che "nel vigente quadro normativo non è rinvenibile alcun potere di annullamento da parte dell’amministrazione dell’interno degli atti deliberativi adottati dagli enti locali. Eventuali illegittimità possono, dunque, essere fatte valere in sede di impugnazione davanti al giudice amministrativo solo dai soggetti legittimati".

Il ministro ha anche ricordato che nel gennaio scorso è stato presentato “in sede di Conferenza delle regioni il piano ANCI-Ministero dell'interno diretto ad assicurare, attraverso la piena condivisione con i sindaci, la distribuzione dei migranti secondo un criterio di proporzionalità tra la popolazione residente e il numero dei richiedenti asilo destinati ad una determinata comunità. Inoltre, il quadro dell'intesa strategica con il sistema dei comuni italiani è completato dal lavoro di un’apposita cabina di regia che ha il compito di definire le modalità di interventi sinergici e tempestivi per la soluzione delle singole criticità che si registrano nel quadro di un attivo coinvolgimento dei sindaci relativamente alle scelte che si operano sui singoli territori”.

Nell'interrogazione a prendere la parola è stata la deputata Chiara Gribaudo che ha riconosciuto come la delibera "sia lesiva per le istituzioni e tutti gli attori che lavorano per l'accoglienza dei migranti nel nostro Paese".

Minniti ha terminato il suo intervento affermando che “sono profondamente convinto tuttavia che il modello dell’accoglienza diffusa rappresenti la risposta più efficace nella prospettiva di una distribuzione equilibrata e sostenibile dei migranti sul territorio nazionale e delle loro possibilità di piena integrazione. Contemporaneamente è l’unica via per rispettare i due diritti: quello di chi accoglie ed è accolto. L loro conciliazione è fondamentale in una democrazia”.

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