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Opinioni

Il PD farà le primarie ad ottobre (forse e sempre che ci arrivi…)

La Direzione Nazionale arriverà nel momento più complesso degli ultimi mesi per il Partito Democratico: ma è Bersani l’uomo giusto per guidare (ancora) il partito e (successivamente) il Paese?
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Bersani e l'impossibilità della sintesi. Se la direzione nazionale del Partito Democratico di venerdì avesse un sottotiolo, con buona probabilità sarebbe questo. Nello stesso momento in cui il centrodestra sembra essersi liquefatto alla prova delle urne, con il Terzo Polo alle prese con mille contraddizioni e con le titubanze del papa straniero incaricato ma mai determinato al passo definitivo e con il Popolo della Libertà in regime di commissariamento, i democratici si trovano ancora una volta a dover fare i conti con questioni "da sempre" irrisolte.

La scelta delle alleanze – Probabilmente il termine "scelta" è abbastanza improprio, dal momento che ad aver inciso, più che una qualsivoglia volontà politica, sembra essere stato il decorso di una serie di eventi che in qualche modo hanno determinato il "riposizionamento involontario" non solo del Partito Democratico. In poche parole si è in qualche modo andati già oltre la foto di Vasto, che pure sembrava un cammino percorribile e allo stesso tempo non privo di insidie. Questo perché la proposta politica di Vendola ha indubbiamente perso il suo appeal originario, anche in considerazione dell'emergere del Movimento 5 Stelle che, in parte ha fatto propri alcuni temi da tempo appannaggio esclusivo del Governatore della Puglia, in parte sembra essere il naturale punto di approdo per indignados e / o sfiduciati dalla politica "tradizionale". Allo stesso modo l'Italia dei Valori, scavalcata su alcuni concetti cardine (trasparenza, legalità, "pulizia") dagli ex compagni di merende a 5 stelle, è alle prese con una complessa evoluzione nella quale trovano spazio sia l'opposizione serrata al Governo Monti, sia il fuoco amico (?) sullo stesso partito Democratico, sia reminiscenze di una piattaforma "ideologica" che resta sostanzialmente alternativa sia al modello social-democratico che a quello radical – progressista. Stesso discorso per quanto riguarda la (sempre meno concreta) possibilità di convergenze al centro. Una ipotesi che al momento sembra decisamente tramontata, nonostante l'ostinazione di alcuni dirigenti di spicco, tra cui lo stesso Massimo D'Alema che continua a parlare di "larghe intese" in una piattaforma che tenga insieme Vendola e Casini. Il problema (tralasciando le insormontabili divergenze di carattere ideologico – programmatico) è che i centristi sono da mesi impegnati nella costituzione di un nuovo soggetto politico, precondizione per presentarsi in maniera credibile agli elettori e ai "potenziali alleati", magari con il solito Luca Cordero di Montezemolo come leader in pectore.

Le primarie e la leadership – Al centro del dibattito ovviamente non può non esserci la questione primarie. Se ne discute da tempo, con interventi di spessore, provocazioni ed il solito approccio bonario – elusivo di Bersani. Questo fino a pochi giorni fa, va detto. Poi, sarà stato il "pressing" delle diverse anime democratiche, sarà stata la consapevolezza di non poter "tenere unita la baracca" senza mobilitare nuovamente i militanti, sarà stata la necessità di cercare e trovare nelle sezioni quella legittimazione che gli viene spesso negata da media e dirigenti, fatto sta che Bersani sembra intenzionato a dare il via libera alle primarie per la scelta del leader. La consultazione dovrebbe tenersi in ottobre e non sono escluse sorprese da qui a quella data. In particolare per quanto riguarda le candidature e le eventuali alleanze tra le varie componenti interne, nella giungla delle correnti e nella confusione dei rapporti di forza. E però si tratta di un "momentum" irrinunciabile, una sorta di tappa obbligata per un partito che aspira legittimamente alla guida del Paese. Perché dal 2008 e dal mandato conferito a Bersani lo scenario è radicalmente cambiato, con nuovi attori, nuove istanze e nuove radicali aspirazioni. E solo il "fuoco della consultazione" popolare può rigenerare un partito che rischia di avvitarsi nuovamente su se stesso, fra vecchie contrapposizioni e nuove sterili polemiche (rimandandovi a questo post di Francesco Nicodemo, aggiungerei solo qualche domanda, ovvero: che vuol dire lista civica? Ha senso una lista separata ma organica e convergente al Pd? Perché lo stesso partito non può caricarsi di quei temi e dare spazio a "quelle" personalità?).

Update – A parziale supporto di quanto dicevamo prima sul fuoco amico che rischia di lacerare il PD, arriva proprio mentre scriviamo la notizia dell'ennesima polemica fra Fassina e il portavoce del segretario Bersani sulla possibilità che si vada ad elezioni anticipate prima del giugno 2013. "Atto grave", "così ci indeboliamo" e via discorrendo: la suggestione del responsabile economia dei democratici non sembra essere andata giù ai fedelissimi del segretario (area cui tra l'altro Fassina non è estraneo). Insomma, continuiamo così…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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