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Il ministro Paolo Savona incontrerà il governatore della Bce Mario Draghi: “Dobbiamo essere pronti anche in caso di uscita dall’Euro”

Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, ha annunciato che incontrerà a breve il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. Davanti alle commissione di Camera e Senato, il ministro ha dichiarato: “Dato che ero stato delegittimato dai media, ho cercato la legittimazione democratica, ed è per questo che finora non mi sono mosso. Dopo questa audizione vedrò Dragh. Dobbiamo essere pronti a ogni evento. In Banca d’Italia ho imparato che non ci si deve preparare a gestire la normalità ma l’arrivo del cigno nero, lo shock”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, inconterà il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. Davanti alle commissione di Camera e Senato, il ministro Savona ha dichiarato: "Dato che ero stato delegittimato dai media, ho cercato la legittimazione democratica, ed è per questo che finora non mi sono mosso. Dopo questa audizione vedrò Draghi. Dobbiamo essere pronti a ogni evento. In Banca d'Italia ho imparato che non ci si deve preparare a gestire la normalità ma l'arrivo del cigno nero, lo shock. Mi dicono: ‘tu vuoi uscire dall'euro?' Badate che noi potremmo ritrovarci nella situazione in cui sono altri a decidere. Per questo dobbiamo essere pronti a ogni evento. Vi è necessità di una stretta connessione tra architettura istituzionale dell'Ue e politiche di crescita se si vuole che l'euro sopravviva".

Nel corso dell'audizione in Parlamento, Savona ha dunque indicato la necessità di potenziare i compiti della Bce nell'ambito di un processo di stretta connessione tra l'architettura istituzionale europea e le politiche economiche, dove per rafforzamento si intende che la banca centrale deve avere "pieni compiti e poteri sul cambio altrimenti la crescita economica è determinata da fatti e decisioni esterni all'area euro". Alla Bce, inoltre, deve essere affidato "pieno e autonomo esercizio di prestatore di ultima istanza. E' una lacuna che si riflette nello spread".

Quanto al programma di governo, il ministro Savona ha spiegato che le dichiarazioni su euro e Unione europea "hanno rasserenato il mercato, ma lo spread non scende perché il nostro debito pubblico resta esposto ad attacchi speculativi. Gli investitori aspettano di conoscere i programmi su salario di cittadinanza, flat tax e superamento della Fornero e la preoccupazione del mercato è che spesa relativa causi tensioni sul debito. Quindi, giusto o sbagliato che sia, la politica del governo ne deve tenere conto".

"Il problema non è se attuare o meno le promesse fatte all'elettorato, cosa indispensabile, ma piuttosto quali siano i modi, e tra questi i tempi in cui farlo, senza fretta di far crescere la spesa corrente. La politica è la seguente: rilanciare gli investimenti in misura tale da avere una crescita del Pil che consenta di diminuire il rapporto debito pubblico-Pil, sincronizzando il ritmo di spesa corrente necessaria per l'attuazione dei provvedimenti indicati al ritmo con cui cresce il gettito fiscale. Ciò risulta tecnicamente possibile se governo e Parlamento non mostrano fretta di crescere dal lato della spesa corrente prima che gli investimenti manifestino gli effetti attesi", conclude Savona.

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