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Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: “Alitalia tornerà compagnia di bandiera, il 51% sarà a controllo pubblico”

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastutture Danilo Toninelli annuncia la “nazionalizzazione” di Alitalia, ovvero il ritorno della compagnia aerea a compagnia di bandiera a controllo pubblico per il 51%. Anche il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sostiene la proposta.
A cura di Charlotte Matteini
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Alitalia tornerà ad essere la compagnia di bandiera italiana. A dichiararlo è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli nell'ambito di un'intervista concessa a RaiNews24. "L’italianità è un punto fondamentale nel futuro di Alitalia. Stanno emergendo i danni straordinari compiuto da manager spesso dipinti come molto efficienti. Noi torneremo a farla diventare compagnia di bandiera con il 51% in capo all’Italia e con un partner che la faccia volare", ha spiegato il ministro. "Fatemi conoscere quello che si prende il 49% con Toninelli azionista di maggioranza", ha commentato caustico l'ex ministro del Mise Carlo Calenda.

Anche il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico sembra essere d'accordo con il collega pentastellato: "Sono in corso da parte di questo governo le interlocuzioni necessarie per assicurare un futuro a questa azienda, per tutelare al meglio le esigenze dei lavoratori e del Gruppo e mi spenderò in prima persona con tutti i player internazionali per trovare un futuro all’azienda Alitalia", ha spiegato alla Camera Luigi Di Maio nel corso di un’informativa urgente sullo stato dei tavoli di crisi aperti presso il ministero dello sviluppo economico. Sempre in merito ad Alitalia, il ministro ha inoltre sottolineato che "stiamo analizzando tutte le informazioni economiche e finanziarie per individuare i responsabili della situazione attuale".

Attualmente i tavoli di crisi aperti presso il Mise sono in totale 144 e "vedono coinvolti 189 mila lavoratori, ovvero 189 mila famiglie che vedono la loro serenità economica e il loro futuro a rischio", ha spiegato Di Maio. In particolare, delle crisi aziendali citate "31 aziende sono in parte o totalmente coinvolte dalla cessazione di attività e conseguente delocalizzazione in paesi extra-comunitari", ha detto Di Maio, sottolineando che "il processo di delocalizzazione non può essere considerato marginale e richiede attenzione".

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