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Il Governo Monti ottiene la fiducia anche alla Camera: 556 sì, 61 no

Il via libera al neonato governo tecnico è arrivato anche da Montecitorio. Per il discorso del Presidente del Consiglio, Mario Monti, accoglienza calorosa delle opposizioni, più timida da parte del Pdl, fredda quella della Lega. “Dureremo poco… finchè lo vorrà il Parlamento”.Berlusconi diserta le discussioni.
A cura di Biagio Chiariello
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Il Presidente del Consiglio alla Camera

Dopo aver ottenuto il sì del Senato con la larghissima maggioranza di 281 voti a favore su 306 votanti, oggi il governo Monti ha incassato la fiducia della Camera del Deputati: 556 sì, 61 no.

Il discorso del neo Presidente del Consiglio è iniziato pochi minuti dopo mezzogiorno. Dopo aver rassicurato la Lega sul tema del federalismo «che il governo intende seguire da vicino, e l'avere una specifica attenzione alla coesione territoriale», Monti ha voluto ribadire che l’«espressione poteri forti è pura fantasia, così come conflitto interessi». Precisa sulla durata del nuovo esecutivo: «Durerò e dureremo poco, non un minuto di più del tempo sull'arco del quale questo Parlamento ci accorderà la fiducia». E qui una battuta: «Chiamatemi professore, l'altro titolo – Presidente – è per poco».

E scherza ancora citando Spadolini: «i presidenti passano i professori restano» e aggiunge che «da parte nostra c'è una profonda dipendenza del governo dal Parlamento, non userei il termine di "staccare la spina": non ci consideriamo un apparecchio elettrico, e saremmo incerti se essere un rasoio o un polmone artificiale».

Poi si parla della crisi, che è sì dovuta ai «gravissimi vizi» della finanza e dei mercati ma pure a «decisioni prese per decenni da parte dei governi che si sono succeduti, con le migliori intenzioni magari, ma quando ancora c'era poca attenzione all'equilibrio della finanza pubblica».

Il nostro compito è quasi impossibile, ma ci riusciremo.

Berlusconi assente

Nonostante fosse stato annunciato l'intervento per il Pdl di Silvio Berlusconi, l'ex premier non si è presentato in aula (Monti nel suo discorso lo ha comunque ringraziato «per senso di responsabilità istituzionale»). «Ho riflettuto e preferisco non intervenire oggi in aula», scrive su Facebook il Cavaliere. C'era invece Gianni Letta che ha ricevuto una sorta di standing ovation da tutto Montecitorio. Proprio a Letta si è riferito nel suo discorso, Cicchitto quando dice che alcune scelte fatte nella composizione del governo hanno «complicato la vita» del Presidente del Consiglio Monti «e non l'hanno risolta». Poi l'ennesima correlazione ai «due atti responsabilità» di Berlusconi:«ha dato le dimissioni e ha deciso di dare l'appoggio a questo governo e senza questo appoggio non staremmo a discutere qui ma a preparare le elezioni. Quindi rivendichiamo un ruolo di responsabilità».

Solo intorno alle 13.30 il Cavaliere ha fatto il suo ingresso in aula, accompagnato dagli applausi dei membri del Pdl – ma non quelli della Lega. «Mai detto che staccherò la spina a Monti» ha detto prima di entrare a Montecitorio ai microfoni di Ballarò. Ho letto sui giornali cose che non ho mai pronunciato». In realtà Berlusconi quella frase, poi in qualche modo ripresa da Monti, «Stacchiamo la spina quando vogliamo» l'aveva pronunciata all'assemblea dei senatori.

Il siparietto di Scilipoti

Il leader dei responsabili è a lutto: tra i banchi dell'Aula il leader dei responsabili spiccava con una vistosa fascia nera a al braccio. «E che vi aspettavate? Oggi è morta la democrazia»: ha spiegato Domenico Scilipoti. In precedenza il re dei peones – ieri condannato al pagamento di 230 mila euro per un vecchio debito – aveva distribuito a deputati e giornalisti alcuni volantini sui quali campeggiava la scritta «Oggi è morta la democrazia parlamentare». E a chi gli fa notare che la sua linea è opposta a quella del gruppo che ha sempre sostenuto (lo stesso Berlusconi e il Pdl hanno votato la fiducia), risponde: «E che c’entra. C’è bisogno di essere in compagnia per sostenere un’idea?»

Monti incontra Papa Benedetto XVI

Prima di recarsi a Montecitorio il nuovo premier ha avuto il suo primo incontro col Santo Padre a Fiumicino dove Monti lo ha raggiunto per un breve dialogo prima del viaggio papale in Benin. In seguito, dalla Chiesa italiana arriva un pieno via libera e un incoraggiamento al nuovo governo guidato da Mario Monti.

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