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Il dentista che uccise il leone Cecil aveva l’autorizzazione: non sarà incriminato

Walter Palmer non verrà perseguito per aver sparato all’animale-simbolo dello Zimbabwe. Rischiava fino a 15 anni. Il Ministro dell’Ambiente dello Stato africano: “E’ ora di rivedere la politica sui nostri permessi di caccia”.
A cura di Biagio Chiariello
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Walter Palmer, il dentista americano che lo scorso luglio ha ucciso il leone Cecil, scatenando un'ondata di sdegno globale, aveva la licenza per la battuta di caccia in seguito alla quale l'animale, simbolo dello Zimbabwe, è stato abbattuto. Ergo: non sarà incriminato. Lo ha annunciato il governo del Paese africano. Walter "Palmer è venuto in Zimbabwe perché i suoi documenti erano in regola" ha detto la ministra dell'Ambiente Oppah Muchinguri. "E' libero di venire in Zimbabwe, non per cacciare, ma come turista" ha detto ancora Muchinguri. "Ora riesamineremo il metodo con cui assegniamo i permessi di caccia" ha assicurato Muchinguri.

La storia dell'uccisione del leone Cecil

La storia di Cecil, ucciso dopo essere stato attirato in trappola, aveva indignato tutto il mondo, arrivando ad innescare rappresaglie nei confronti dello stesso dentista che, rientrato negli USA, era stato costretto a chiudere lo studio odontoiatrico nel Minnesota. Il leone, 13 anni, simbolo del Parco nazionale Hwange, famoso per la sua meravigliosa criniera nera, è stato ucciso nei pressi del Parco agli inizi di luglio: dopo essere stato attirato con una carcassa legata ad un’automobile, Palmer lo aveva ferito con una freccia e, due giorni dopo, gli avrebbe sparato, per poi decapitarlo. Per quella battuta di caccia, il dentista pagò circa 50mila dollari. Avrebbe rischiato fino a 15 anni di carcere se non avesse avuto le autorizzazioni di sorta. “Se avessi saputo che questo leone aveva un nome ed era importante per il Paese o uno studio, naturalmente non l’avrei ucciso” si era giustificato Palmer.

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