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Il commissario Oettinger striglia l’Italia: “I contributi europei sono obbligatori, non versarli è una violazione dei trattati”

Il commissario Oettinger striglia l’Italia: “Tutti gli stati dell’Ue si sono assunti l’obbligo di pagare i contributi nei tempi stabiliti. Tutto il resto sarebbe una violazione dei trattati che comporterebbe penalità. L’Italia ha conquistato il nostro appoggio nell’affrontare la crisi migratoria e le sue conseguenze, posso solo mettere in guardia Roma dal mischiare la questione migratoria con il bilancio Ue”, ha dichiarato a Die Welt.
A cura di Charlotte Matteini
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il Commissario europeo Gunther Oettinger
il Commissario europeo Gunther Oettinger

Prosegue lo scontro tra la Commissione europea e il governo italiano. Dopo le paventate minacce relative a un possibile mancato contributo economico dell'Italia al bilancio europeo avanzate dal vicepremier Luigi Di Maio, il commissario al Bilancio Guenther Oettinger è tornato a parlare dell'approccio italiano e ha strigliato nuovamente l'esecutivo del Belpaese, ricordando che il versamento dei contributi da parte degli Stati membri dell'Unione è obbligatorio. In un'intervista rilasciata a Die Welt, Oettinger ha spiegato: "Tutti gli stati dell'Ue si sono assunti l'obbligo di pagare i contributi nei tempi stabiliti. Tutto il resto sarebbe una violazione dei trattati che comporterebbe penalità. L'Italia ha conquistato il nostro appoggio nell'affrontare la crisi migratoria e le sue conseguenze, posso solo mettere in guardia Roma dal mischiare la questione migratoria con il bilancio Ue".

Sono passati solo pochi giorni dall'intervista concessa da Oettinger a Politico.eu, nella quale il commissario europeo replicava ad alcune affermazioni dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e sottolineava che "non sono 20 miliardi di euro l'anno. L'Italia contribuisce con 14, 15, 16 miliardi in un anno. Se si tiene in conto ciò che ottiene dal bilancio Ue, il risultato è un contributo netto di 3 miliardi l'anno. Prendiamo nota di questo, ma non abbiamo intenzione di reagire su base quotidiana. Se lo facessimo, avremmo molto lavoro da fare", ma nonostante il primo avvertimento sembra che la Commissione europea non abbia alcuna intenzione di dare credito alle minacce italiane.

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