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Il boss Iovine: “Il clan dei Casalesi non esiste più, seguite il mio esempio e pentitevi”

Il boss pentito, in videoconferenza con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, lancia un messaggio agli altri membri del clan chiedendo di seguire il suo esempio.
A cura di Antonio Palma
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"Invito tutti quelli che mi sono stati vicini e hanno commesso questi reati assieme a me a parlare con i magistrati", con queste parole il boss dei clan casalesi Antonio Iovine, detto ‘O ninno, si è rivolto agli uomini dell'organizzazione criminale invitandoli a pentirsi. Come rivelato nei giorni scorsi, l'ex capoclan dei casalesi arrestato nel 2010 dopo una lunga latitanza, ha deciso di collaborare con la giustizia e sta ora parlando con magistrati e giudici. Nell'ambito di questa scelta Antonio Iovine ha parlato in un'udienza al tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo che vede alla sbarra il consigliere regionale Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno, accusato di collaborazione con i clan. In videoconferenza da una località protetta, Iovine oltre a parlare dell'ex primo cittadino che secondo lui "voleva il 5% sulla somma degli appalti", ha fatto alcune considerazioni personali sul futuro dell'organizzazione criminale di cui è stato al vertice. Iovine ha spiegato di aver compreso fin dalla latitanza che il gruppo criminale di cui era a capo "non aveva un futuro", e per questo durante la detenzione ha deciso di pentirsi e collaborare.

L'appello del boss Iovine

"Ritengo che il clan dei Casalesi non esista più, infatti anche prima della mia cattura nel 2010 avevo deciso già da tempo di non aderire più al clan, poi nel tempo, con la carcerazione, pensavo che non ci fosse più la necessità di appartenere al cartello criminale perché non esisteva più" ha dichiarato Iovine, aggiungendo: "Collaboro per spingere altri a farlo". "Riflettevo sulla necessità di appartenere o meno a un clan che magari non esiste più e sul fatto che sarebbe bene che tutti quelli che mi conoscono, e sanno che sono una persona razionale, seguissero l’esempio che sto dando" è stato l'appello di Iovine che ha aggiunto "un po' per fare chiarezza e aiutare la magistratura, ma anche per cambiare la mentalità che c’è nelle nostre zone".

Antonio Iovine e il ruolo nel clan dei casalesi

Antonio Iovine, condannato in via definitiva all'ergastolo per associazione mafiosa e altri reati nel processo Spartacus, si era reso irreperibile per 15 lunghi anni durante i quali ha continuato a gestire gli affari del clan casalese. ‘O ninno, come è conosciuto nell'ambiente criminale, insieme agli altri boss Francesco Bidognetti, Francesco Schiavone e Michele Zagaria, ora tutti arrestati e al carcere duro, era ai vertici dei clan casalesi di cui era considerato la mente economica. Scovato e catturato nell'autunno del 2010 nella sua Casal di Principe dopo anni di pedinamenti dalla Dia che gli aveva fatto terra bruciata attorno. Prima di pentirsi e di parlare con le guardie carcerarie come ha spiegato lui stesso è stato detenuto per quattro anni in regime di 41 bis. il carcere duro per i mafiosi.  Poche settimane fa la svolta con il suo pentimento e il trasferimento della sua famiglia in una località protetta.

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