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Ius soli, news sulla riforma della cittadinanza

Sciopero della fame di professori e parlamentari per lo Ius Soli: “Sono cittadini italiani”

Oggi, 3 ottobre, 800 insegnanti andranno a scuola con un nastrino tricolore appuntato sul maglione e faranno uno sciopero della fame simbolico per sostenere l’approvazione dello Ius Soli. “Per noi, fin da oggi, tutti i nostri allievi sono cittadini italiani”, scrive in una lettera Franco Lorenzoni, uno degli ideatori di quest’appello rivolto al Parlamento. Allo sciopero della fame stanno aderendo anche alcuni parlamentari che sostengono l’iniziativa.
A cura di Stefano Rizzuti
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Hanno scelto una giornata a forte valore simbolico gli 800 insegnanti che oggi, 3 ottobre, faranno uno sciopero della fame e andranno a scuola con un nastrino tricolore appuntato sul maglione per “indicare la volontà a considerare fin d’ora tutti i bambini e ragazzi che frequentano le nostre scuole cittadini italiani a tutti gli effetti”. Un vero e proprio appello al Parlamento perché approvi lo Ius Soli che arriva nella giornata nazionale dedicata alle vittime dell’immigrazione. Il provvedimento si è arenato al Senato e sembra sempre più difficile che si arrivi alla sua approvazione in questa legislatura, nonostante l'appello di alcuni esponenti di spicco – anche del governo – come il ministro dei Trasporti Graziano Delrio.

A ribadire il messaggio che vogliono lanciare i 4.466 insegnanti che hanno firmato questo documento di Insegnanti per la cittadinanza è Franco Lorenzoni, maestro elementare.  In una lettera inviata a la Repubblica, Lorenzoni spiega: “Sono maestro elementare e assieme a oltre ottocento insegnanti di ogni parte d’Italia martedì 3 ottobre farò uno sciopero della fame simbolico e mi recherò a scuola con un nastrino tricolore appuntato sul maglione. In pochi giorni siamo arrivati a raccogliere 4.466 firme di Insegnanti per la cittadinanza impegnati per lo Ius soli e lo Ius culturae”.

Nella sua lettera, Lorenzoni argomenta le motivazioni dello sciopero: “Ho in classe alcuni bambini stranieri che, secondo la legge attualmente in vigore, non hanno e non avranno mai la cittadinanza italiana. Questo mi sembra così ingiusto da mettere in discussione alla radice il mio lavoro. Ogni giorno, infatti, come moltissime altre ed altri insegnanti, cerco di dare valore e dignità ai pensieri e alle parole di tutte le bambine e bambini che ho davanti partendo da una premessa indispensabile per chi voglia educare: considerare tutti gli esseri umani portatori di uguali doveri e diritti elementari”.

Il maestro di scuola elementare fa poi riferimento a una legge dello Stato varata nel novembre 2012 che “prescrive di lavorare nella scuola alla costruzione di competenze di cittadinanza”. “Ora – si chiede Lorenzoni – con che faccia possiamo guardare negli occhi gli oltre 800.000 ragazzi e ragazze confinati nel ghetto della non cittadinanza senza prendere posizione, senza schierarci dicendo con chiarezza da che parte stiamo?”.

“Mi sento e in tanti ci sentiamo dalla parte dei ragazzi non cittadini, dalla parte di questa sorta di fantasmi della democrazia che si sentono italiani ma ai quali i senatori della Repubblica ancora non riconoscono i doveri e i diritti che comporta l’essere cittadini italiani a pieno titolo”. “Piero Calamandrei sosteneva, nel primo dopoguerra, che la scuola è il luogo in cui avviene il miracolo di trasformare i sudditi in cittadini – aggiunge nella sua lettera il maestro che oggi farà questo sciopero della fame simbolico -. Sappiamo bene che non si tratta di un miracolo, ma del frutto di un duro lavoro che necessita presenza, ascolto, attenzione e persuasione da parte di noi insegnanti. Sappiamo anche che le nostre scuole, sia pure con impegno ed esiti diversi, sono state il luogo pubblico di maggiore accoglienza della popolazione recentemente immigrata”.

Franco Lorenzoni spiega ancora che è fondamentale, per i ragazzi di seconda generazione, “sentirsi parte della comunità nazionale dando loro la possibilità di partecipare a quella integrazione che incontra difficoltà in alcune zone del paese ma che nella maggior parte delle scuole è già realtà ed è premessa indispensabile per rendere più sicure le nostre città”.

Il maestro conclude:

Di fronte a due leggi dello Stato che si contraddicono, io che sono pagato dallo Stato per istruire ed educare sono costretto a scegliere. Per questo abbiamo deciso di mobilitarci per un mese e dichiarare apertamente che per noi, fin da oggi, tutti i nostri allievi sono cittadini italiani. Confrontarci con le tante diversità che popolano le nostre scuole non è sempre facile perché comporta fatica e convinzione da parte di insegnanti e ragazzi. Ma noi sappiamo che questa disomogeneità, quando la si affronta dal verso giusto, produce maggiore apertura mentale e una conoscenza del mondo meno superficiale. E’ in questo corpo a corpo con la realtà di tante differenze che possiamo costruire una relazione più viva e vitale con la nostra cultura e con le culture che popolano il pianeta, facendo delle nostre classi, lontano da ogni retorica, un indispensabile laboratorio del futuro.

I parlamentari aderiscono allo sciopero della fame

Allo sciopero della fame hanno deciso di aderire anche alcuni parlamentari, rispondendo all'appello di Luigi Manconi, Elena Ferrara e Paolo Corsini: "Per non doverci amaramente rammaricare, tra qualche mese o qualche anno, della nostra ignavia o della nostra impotenza", è la motivazione che li ha spinti a lanciare questo appello. Così un nutrito gruppo di deputati e senatori si è detto pronto a digiunare a partire da oggi. "Oggi, 3 ottobre – si legge nell'appello – oltre 800 insegnanti attueranno uno sciopero della fame a sostegno della legge e informeranno i loro studenti del significato della propria azione. Potrebbe essere l'occasione, questa, per collegarsi a tale iniziativa rilanciandola nella nostra qualità di parlamentari. Si tratta di prendere una decisione immediatamente. L'ipotesi è quella di un digiuno a staffetta a sostegno della richiesta della presentazione in Aula prima possibile del disegno di legge".

Nell'appello vengono scanditi i tempi dei lavori del Senato, specificando quando potrebbe aprirsi una finestra per lo Ius Soli: "Mercoledì 4 ottobre ci sarà il voto a maggioranza assoluta sulla nota di variazione di bilancio Def. Dopo di ché si apre una sorta di finestra. Infatti la legge di stabilità arriverà in Senato (alle Commissioni) nell'ultima settimana di ottobre. Il calendario dei lavori dell'Aula si ferma a giovedì 19 ottobre. Occorrerà dunque una nuova Conferenza dei capigruppo. Ciò vuol dire che vi sono due settimane di tempo per ricercare i numeri necessari alla fiducia sul provvedimento relativo allo ius soli. Si tenga conto che quello stesso periodo di tempo coincide con la fase conclusiva della campagna Ero straniero. L'umanità che fa bene e della relativa raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata al superamento della legge Bossi-Fini. I due obiettivi potrebbero sostenersi e incentivarsi a vicenda. Pensiamo, in ogni caso, che si tratti di una prova difficile ma che vale la pena affrontare".

I parlamentari che hanno già aderito all'appello sono: Loredana De Petris, Vannino Chiti, Walter Tocci, Laura Fasiolo, Francesco Palermo, Sergio Lo Giudice, Stefano Vaccari, Claudio Micheloni, Monica Cirinnà, Daniela Valentini, Laura Puppato, Luis Alberto Orellana, Massimo Cervellini, Peppe De Cristofaro, Alessia Petraglia, Michele Piras, Sandra Zampa, Mario Marazziti, Franco Monaco, Luisa Bossa, Eleonora Cimbro, Florian Kronbichler, Paolo Fontanelli, Nello Formisano, Gianni Melilla, Lara Ricciatti, Pippo Zappulla, Marisa Nicchi, Michele Ragosta, Luigi Laquaniti, Giovanna Martelli, Donatella Duranti, Toni Matarrelli, Filiberto Zaratti, Franco Bordo, Filippo Fossati, Tea Albini, Delia Murer.

L'iniziativa dei docenti a favore dello Ius Soli è stata invece criticata da alcuni esponenti leghisti, primo su tutti il segretario del Carroccio Matteo Salvini: "Roba da matti! Prove di lavaggio del cervello a scuola… Si insegna ai bambini che se non sei a favore dello Ius Soli, praticamente sei brutto, sporco, cattivo e anche razzista. Gli insegnanti che usano il loro ruolo di educatori per fare propaganda politica dovrebbero vergognarsi! La penso solo io così?", scrive su Facebook. Dura la posizione anche di Barbara Saltamartini, vicecapogruppo alla Camera della Lega che parla di "aule scolastiche come sezione del Pd, studenti come militanti". "A questo punto – afferma – è arrivato il finto buonismo della sinistra con insegnanti che invece di svolgere super partes e con etica il delicato compito dell'educazione hanno preferito fare il lavaggio del cervello agli studenti con vere e proprie campagne politiche pro Ius Soli".

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