1.123 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Opinioni

I musulmani che dicono no all’insegnamento della musica: il solito casino sul nulla

L’ennesimo caso di isteria collettiva sul nulla: dopo il “Natale cancellato” (vabbeh) alla scuola di Rozzano, ora la “rivolta” dei musulmani contro l’insegnamento della musica. Le cose, anche in questo caso, stanno in maniera molto diversa.
1.123 CONDIVISIONI
Una scuola di musica per bambini, a Gaza
Una scuola di musica per bambini, a Gaza

“Flauto, chitarra e violino sono "STRUMENTI DI SATANA" e, come dice il Corano, Dio verserà "PIOMBO FUSO" nelle orecchie di chi li ascolta!

Si può anche scaricare un modulo per esentare i bimbi dalle lezioni di musica a scuola… E questo sarebbe l'ISLAM MODERATO???

Alla faccia di questi signori, noi le "canzonette" continueremo ad ascoltarle, ad insegnarle e a cantarle!”.

La prontezza con la quale Matteo Salvini rilancia sui suoi canali social ogni notizia più o meno verosimile che possa sostenere la sua linea politica non dovrebbe più sorprendere. Del resto, Salvini fa il suo lavoro (bene, in questo senso) e prova a trascinare sul piano del dibattito politico anche fatti di cronaca piuttosto marginali. Ma, come nel caso del famoso preside di Rozzano che avrebbe “cancellato il Natale”, converrebbe capire la reale dimensione della questione, anche per evitare polemiche sterili e prive di fondamento.

Il fatto è riportato dalla Gazzetta di Reggio: “Il Corano vieta la musica, o per lo meno gli strumenti a fiato e a corda. Con questa motivazione alcune famiglie musulmane della Bassa hanno chiesto l'esenzione per i propri figli dall'ora di musica”. Per la verità lo stesso pezzo ricorda come si tratti di una richiesta vecchia, “avanzata già lo scorso anno alle scuole medie di Gualtieri e di Guastalla” e come il tutto riguardi 3 famiglie. E proprio lo scorso anno, dopo un confronto con i professori, le famiglie stesse avevano ritirato la loro richiesta.

Del resto, ricorda sempre la Gazzetta di Reggio, “casi del genere sono avvenuti già in altre scuole italiane e di altri Paesi europei, e ci sono stati anche genitori che hanno ritirato i figli da scuola”.

Il caso più recente di “ritiro da scuola dei figli” a causa del divieto legato alla musica è segnalato da La Stampa. Nella ricostruzione del quotidiano torinese, due famiglie marocchine avrebbero ottenuto il trasferimento dei figlia a un’altra scuola, dopo una accesa discussione in assemblea di classe intorno a un progetto musicale denominato «Crescere in orchestra» e finalizzato all’inserimento dei bambini di origine non italiana. Un gesto che probabilmente nascondeva altre ragioni, legate alle difficoltà economiche delle famiglie, come spiegava Ibrahim Baya, portavoce dell’Associazione Islamica delle Alpi: “Nessuno dei genitori nella seconda riunione ha più parlato di motivi religiosi, tutti invece hanno ammesso di avere difficoltà economiche. La maggior parte delle famiglie è marocchina e in Marocco abbiamo musica colta e popolare, e tutti la ascoltano. Alla fine della riunione, i genitori si sono dichiarati d’accordo a continuare il progetto dell’orchestra, l’importante è che si possa contare su un sostegno economico”.

Insomma, nel caso attuale si tratta di una richiesta velleitaria e avanzata autonomamente da qualche famiglia, nel caso di Torino di problematiche più complesse e non riconducibili solo alla religione. Da qui a parlare di un attacco alla civiltà occidentale e alle tradizioni italiane, c'è un abisso.

E allora, da dove nasce la "preoccupazione" di Salvini e compagni? Ecco, il leader della Lega Nord cita (e linka) un vecchio articolo, datato febbraio 2014, del sito CiviltàIslamica, in cui le famiglie musulmane vengono invitate a fare richiesta di esenzione dall'insegnamento "pratico" (non teorico, tra l'altro) della musica nelle scuole italiane. Una possibilità, vale la pena di ribadirlo, non prevista dalla legge italiana né da specifiche normative ministeriali sui programmi. A corredo si accompagna una richiesta fatta “da due genitori musulmani ad una scuola della Lombardia”, in cui si citano alcuni passaggi del Corano per motivare la richiesta di esenzione:

Deriva da questi detti del Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria, che gli strumenti musicali a fiato e a corda sono proibiti.

E’ illecito l’uso e l’ascolto di strumenti musicali come il liuto, il mandolino, il flauto, il cembalo. […]

Poiché oggi l’educazione musicale è materia obbligatoria di cui devesi tener conto ai fini del credito in sede di valutazione, si chiede che la frequenza dell’ora di “musica” si limiti per gli alunni succitati al solo studio della teoria musicale, con esenzione dalla pratica dell’uso dello strumento, qualsiasi esso sia.

Diversamente, il bimbo musulmano che è stato avvertito di questo divieto si troverebbe in stato di grave imbarazzo nel trovarsi costretto a fare una cosa che in famiglia gli è stato spiegato essere proibita da Iddio, e frustrato nel non veder accolte le sue prerogative religiose, mentre invece non troverebbe né strano né ghettizzante il non far uso di strumenti che invece i compagni di scuola usano, in quanto il far parte di una minoranza religiosa, sia pur crescente, è per lui prassi e coscienza quotidiana

Anche in questo caso (lo ripetiamo, non attuale, ma riconducibile a più di tre anni fa), non sembra configurarsi affatto un attacco alla civiltà o alle tradizioni, ma una richiesta (discutibile, opinabile, condivisibile ma in ogni caso pienamente legittima) rivolta al fine di tutelare il proprio figlio. Quanto poi questa presunta "ribellione" abbia avuto proseliti (casi isolati e non collegati fra loro), dimostra anche la vera consistenza dello scontro di civiltà (mah) in corso in Italia.

1.123 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views