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I giovani del Pd contro Renzi sui migranti: “Il partito sta virando a destra”

Sotto accusa, secondo gli esponenti dei Giovani democratici, c’è soprattutto la comunicazione del partito, che però è anche “il segno di una strategia politica”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il discorso di Renzi dopo la vittoria delle primarie con i giovani del partito in prima fila dietro di lui
Il discorso di Renzi dopo la vittoria delle primarie con i giovani del partito in prima fila dietro di lui

La linea del segretario del Partito Democratico Matteo Renzi in tema di migranti ha portato i giovani del partito a esprimere criticità nei confronti dell'ex presidente del Consiglio. In primis, i Giovani democratici mettono sotto accusa la comunicazione. Quella frase, “aiutiamoli a casa loro”, rilanciata sui social estrapolando uno stralcio del libro di Matteo Renzi, sarebbe “la dimostrazione che il partito sta virando a destra”, secondo quanto spiegano alcuni dirigenti dei Gd.

Un malcontento che riguarda anche i ‘millenials’ che Renzi ha voluto includere nella direzione nazionale del partito. Lo dimostra quanto scrive su Facebook Mirko Boschetti, 22enne entrato da poco a far parte della direzione del Pd, che commenta: “Capirci poco di comunicazione, capirci niente di politica”. Replicando ad alcune domande nel suo post, Boschetti spiega che le critiche sono state fatte direttamente anche in direzione, ma aggiunge: “Se ne deduce che chi crede che noi ‘dirigenti' abbiamo potere crede male (anche se credo che giustamente qualcuno lo ‘creda' solo per strumentalizzare), che è giusto continuare a lamentarsi, e che purtroppo c'è chi pensa che utilizzando le parole degli altri riusciamo a prendere i voti degli altri, mentre a lungo andare perderemo anche i nostri voti”.

Sotto accusa, secondo altri giovani della direzione come Ludovica Cioria, 28enne, è soprattutto la comunicazione, in particolare quella sul web: “Se sui social ti muovi da cretino è normale che gli altri ti diano del cretino”, sintetizza il concetto parlando al Fattoquotidiano.it. Aggiungendo una nota polemica sul fatto che non sia stata resa nota l’identità della persona responsabile di questo “pastrocchio” comunicativo.

Secondo i più giovani del partito, il timore è che la comunicazione del partito – soprattutto quella via web – si riduca a rincorrere i Cinque Stelle o la Lega. Serve “qualcuno che comprenda la complessità dei temi trattati – argomenta la giovane Pd –. E poi mi chiedo: possibile che all’interno dell’ampio vocabolario italiano, ci siamo ridotti a pescare nel lessico caro a Salvini?”.

Ludovica Cioria è segretaria regionale dei Gd del Piemonte: proprio loro hanno deciso di rispondere a quel “a casa loro” con l’adesione a Ero Straniero, la campagna lanciata da Emma Bonino e dai Radicali per promuovere il superamento della Bossi-Fini. “La nostra risposta alle polemiche sui migranti è l'adesione alla campagna”,
scrive su Facebook.

Il Fattoquotidiano.it riporta poi le posizioni critiche anche dei Gd modenesi, di quelli di Catanzaro e del segretario provinciale di Pescara. Le derive, secondo loro, non sono solo comunicative, ma sono il “segno di una strategia politica: il partito su certi temi sta virando a destra”.

Molto critico è anche il segretario dei Giovani Democratici, Mattia Zunino, che su Facebook scrive: “Aiutiamoli a casa loro? Anche alla subalternità culturale c’è un limite. Spero solo che quel post sia smentito rapidamente”. Lo stesso Zunino, sempre su Facebook, condivide poi un post di Michele Grimaldi, ex segretario regionale dei giovani Pd in Campania, nel quale si attacca l’uso di Renzi della parola “buonismo”: “Continuo a non capire – scrive – quando il cattivismo sia diventato un valore”. Secondo Grimaldi e secondo Zunino che ripubblica il post parlando di “chiarezza di idee che condivido”, il punto è “non cedere alla barbarie e restare umani”, “avere nella testa un’idea di società che poi è quello che dovrebbe fare un partito”. Riferendosi alle posizioni di Francia, Austria e Ungheria, Grimaldi ribatte: “Noi dobbiamo scegliere da che parte stare”: “Considero le espressioni ‘aiutiamoli a casa loro' e ‘non abbiamo l’obbligo morale di accogliere tutti' eticamente sbagliate, moralmente insostenibili, politicamente errate, chiunque le dica”.

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