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I 67 migranti a bordo della Diciotti sbarcheranno nella notte: due profughi indagati

I 67 migranti stanno bene, come ha riferito un medico salito a bordo della Diciotti. Ma le organizzazioni umanitarie hanno lanciato un appello: “Chiediamo l’autorizzazione allo sbarco per tutte le persone a bordo, a partire dai minori e persone vulnerabili”. Lo sbarco avverrà nella notte.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Sta per iniziare lo sbarco dei migranti che sono a bordo della nave Diciotti. Sono state completate le procedure di identificazione delle persone che erano a bordo, con particolare riguardo a quelle a cui risulterebbero imputabili le condotte che configurano ipotesi di reato. Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti, a cura della Polizia di Stato, con assunzione delle informazioni testimoniali di tutte le persone che sono state trasportate". Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte in una nota.

"Appena finite le indagini, appena si saranno raccolti tutti gli elementi che permetteranno di indagare e poi di arrestare chi ha commesso episodi di violenza, tutti potranno scendere, anche perché prima scendono prima testimoniano su chi li ha commessi", ha detto il ministro degli Interni Matteo Salvini. Il vicepremier ha detto che le operazioni saranno ultimate in nottata.

Secondo quanto ha raccontato un medico che è salito sull'imbarcazione i migranti stanno bene, e al momento non ci sarebbero emergenze sanitarie. I migranti dell'imbarcazione ormeggiata ballano, cantano e scandiscono lo slogan "Italia, Italia…", perché hanno capito che a breve potranno scendere. Ma i due profughi, accusati di essersi ribellati minancciando l'equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa, che voleva consegnarli alla Guardia costiera libica, sono ufficialmente indagati, anche se in stato di libertà. Nessun arresto quindi.

La Procura della Repubblica di Trapani ha ricevuto due informative della Squadra Mobile di Trapani e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato sui fatti dell'8 luglio e ha proceduto all'iscrizione di un procedimento penale a carico di Ibrahim Bushara, sudanese, e di Hamid Ibrahim, ganese. Ai due è contestato il reato di concorso in violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell'equipaggio del cargo. Lo ha fatto sapere la Procura coordinata da Alfredo Morvillo: "Sono stati delegati alla Squadra Mobile di Trapani approfondimenti investigativi in merito alla sussistenza di eventuali ulteriori reati", recita la nota.

Le organizzazioni umanitarie presenti al molo di Trapani (Intersos, Medici Senza Frontiere, Oim, Save the Children, Unicef e Unhcr) hanno sollecitato il governo, esprimendo "profonda preoccupazione per il ritardo protratto nello sbarco di 67 persone presenti sulla Nave della Guardia Costiera Diciotti" e chiedendodi "agevolare urgentemente le operazioni di sbarco". 

Nell'appello hanno sottolineato che "i rifugiati e migranti, fra i quali donne, bambini e adolescenti, sono in mare da almeno quattro giorni, essendo state soccorse dal rimorchiatore Vos Thalassa il 8 luglio scorso, trasferite sulla nave Diciotti il giorno successivo e fatte arrivare a Trapani solo alle 15 di oggi. Nonostante ciò non è stato ancora autorizzato lo sbarco". Le Ong e agenzie delle Nazioni Unite ha chiesto pertanto alle "autorità l'attivazione urgente di una primissima assistenza sociosanitaria, l'autorizzazione allo sbarco per tutte le persone a bordo, a partire dai minori e persone vulnerabili, e l'erogazione per tutte le persone a bordo di generi di prima necessità".

La questione è arrivata al Quirinale: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta esaminando la vicenda. Il Capo dello Stato ha avuto anche contatti telefonici con il premier Giuseppe Conte, ed è continuamente informato degli sviluppi. "Se qualcuno autorizza lo sbarco al mio posto se ne assumerà la responsabilità", aveva detto Salvini. Poi dal Viminale trapela "stupore", per l'intervento di Mattarella.

Secondo quanto ha raccontato in una intervista al Secolo XIX Christopher Savoye, responsabile Affari legali del gruppo olandese Vroon Offshore, proprietaria della Vos Thalassa, nave battente bandiera italiana che ha uffici anche a Genova: "Non abbiamo chiesto di entrare in porti italiani, non siamo trafficanti e abbiamo virato a nord dopo che l'equipaggio ha subito minacce dai migranti". Secondo la ricostruzione, la Vos Thalassa non sapeva che fosse stata già allertata la Guardia costiera libica quando ha prestato soccorso al gommone in difficoltà: "Appena la nave ha girato verso Sud per incontrare i libici e trasferire i migranti, questi hanno minacciato l'equipaggio: il personale è stato circondato e spintonato e alcuni hanno mimato il gesto del taglio della gola". Dopo le minacce il comandante ha rimesso la nave nella posizione iniziale e "la situazione è stata riportata alla centrale operativa del Comando generale della Capitaneria di porto a Roma. Essere in pochi a bordo di una nave mercantile circondati da persone che hanno poco da perdere può essere spaventoso. Siamo orgogliosi della professionalità del nostro equipaggio. la nostra unità non ha mai richiesto di entrare in un porto italiano o in acque italiane, ma chiesto assistenza e istruzioni alla centrale operativa della Guardia costiera di Roma e il comando ha organizzato il trasferimento dei migranti". Il responsabile degli affari legali della compagnia ha aggiunto: "Quello che ci fa più male, non è il costo di queste operazioni, ma l'accusa che la Vroon, le sue navi e i suoi equipaggi possano essere coinvolti nel traffico di vite umane". Savoyeha spiegato poi  perché la Vos Thalassa ha equipaggio e bandiera italiana: "Questione di business: la nave è operativa in acque italiane con clienti italiani".

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