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Fecondazione eterologa, Lorenzin: “Inserita nei livelli essenziali di assistenza”

Per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin “l’obiettivo è mettere le Regioni e i centri nelle condizioni di partire con la procedura”. Il numero massimo di figli per ogni donatore sarà 10, con una deroga per chi chiede un altro figlio dallo stesso donatore.
A cura di Susanna Picone
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La fecondazione eterologa sarà inserita nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in sede di prossimo aggiornamento. Ad annunciarlo è stato il ministro della salute Beatrice Lorenzin in audizione in commissione Affari sociali alla Camera. Parlando dell’eterologa Lorenzin ha precisato che è necessario prevedere una “quota del Fondo sanitario nazionale per permettere la procreazione assistita nei centri pubblici: l'obiettivo – ha detto ancora – è mettere le Regioni e i centri nelle condizioni di partire con l'eterologa”. Partire con la fecondazione eterologa appena sarà approvato il decreto legge, che sarà presentato – nelle previsioni del ministro – prima della pausa estiva. “Le direzioni competenti del ministero della Salute hanno già lavorato alle indicazioni provenienti dal tavolo degli esperti per tradurle in contenuti di norme, di concerto con l'ufficio legislativo: l'obiettivo è quello di mettere regioni e centri PMA in condizioni di partire subito con l'eterologa, appena approvato il decreto legge che ho intenzione di proporre in uno dei prossimi Consigli dei ministri, prima della pausa estiva”, così ha annunciato il ministro.

Sì alla doppia eterologa con entrambi i componenti sterili

Illustrando i contenuti del decreto, il ministro ha detto che “il numero massimo di figli per ogni donatore sarà 10, con una deroga per chi chiede un altro figlio dallo stesso donatore”. Lorenzin ha inoltre parlato del limite di età per l’eterologa, che deve essere di 20-35 anni al massimo per le donatrici donne e di 18-40 anni per gli uomini, per la differenza di sviluppo degli organi sessuali nei diversi sessi. E ha aggiunto che sarà consentita la “doppia” fecondazione eterologa nel caso in cui entrambi i componenti della coppia siano sterili. Nel corso dell’audizione alla Camera il ministro della Salute ha toccato anche la delicata questione che riguarda la conoscenza delle proprie origini da parte del nato e l’ha fatto spiegando di ritenere che sia un tema che dovrà essere oggetto di un’ampia discussione parlamentare. È una conclusione che, a suo dire, non deve essere lasciata solo nelle mani del ministro.

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