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Europarlamentare Cinque Stelle lascia il Movimento: “Troppi controlli dalla Casaleggio”

L’europarlamentare pentastellata Daniela Aiuto, dopo essersi autosospesa, lascia il Movimento Cinque Stelle e denuncia: “Gli eletti sono al servizio della comunicazione, e non il contrario. Entrano nelle nostre vite perché possono decidere il successo o l’affossamento mediatico del singolo eletto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'europarlamentare pentastellata Daniela Aiuto ha lasciato il Movimento. Il motivo? Troppi controlli da parte della Casaleggio. Come racconta la stessa eurodeputata in un'intervista su ‘La Stampa': "Nel Movimento 5 Stelle gli eletti sono al servizio della comunicazione, e non il contrario. Comunicazione fatta di persone di solito provenienti dalla Casaleggio, o scelte lì. Queste persone sono diventate il gestore delle nostre esistenze, non della comunicazione soltanto. Entrano nelle nostre vite perché possono decidere il successo o l'affossamento mediatico del singolo eletto", questa è l'accusa.

Aiuto si era autosospesa dal Movimento: "Mi recai al cospetto di Davide Casaleggio. Gli spiegai che ero la vittima, e che ero pronta a produrre tutte le evidenze che lo dimostravano. Ero disposta anche a rifondere il Parlamento (come ho fatto subito dopo), nonostante l'assenza di mie responsabilità dirette. Mi colpì la sua totale mancanza di empatia. Tra l'altro in quel periodo attraversavo alcuni seri problemi familiari, gliene parlai, in maniera confidenziale. Non ebbe alcuna reazione. Mi disse di autosospendermi perché lui doveva tutelare l'immagine del Movimento". La vicenda è legata a rimborsi, ritenuti illegittimi da parte del Movimento, richiesti da Daniela Aiuto al Parlamento europeo per uno studio. Studio che poi si rivelò copiato da Wikipedia. Ma secondo l'ex grillina dell'episodio fu incolpata ingiustamente: avrebbe appaltato lo studio ad una società esterna.

Il giornalista Jacopo Iacoboni chiede all'intervistata chi sia l'intermediario della Casaleggio in Europa:

"Cristina Belotti poi oggi al ministero con Luigi Di Maio. Io fino al febbraio 2017 avevo un ottimo rapporto con Luigi, a Roma è capitato anche di pranzare insieme, si parlava di quello che noi facevamo in Europa, cosa che giustamente lo interessava molto, ed eravamo diventati quasi amici. Poi è sparito, non mi ha più risposto. Una cosa che umanamente mi dispiace. Non faccio di tutta l’erba un fascio, nel Movimento ci sono tantissime persone che stimo. Io metto in discussione la subalternità di tutti alla comunicazione, cioè alla Casaleggio. Con me sono arrivati, per dire, a mettermi in pausa, come dicono loro, per due settimane per una foto uscita in un quotidiano locale accanto ad una Miss regionale. Una volta che mi autosospesi, mi fu persino imposto di togliermi una maglia con il simbolo del mio gruppo locale durante la marcia di Perugia per il reddito di cittadinanza. Quando mi hanno tolto l'uso del simbolo hanno iniziato a non sostenere più le mie iniziative sul territorio, e questo mi creava disagio perché si preferiva arrecare un danno al territorio, che veniva privato di informazioni ed eventi utili, non certo di promozione della sottoscritta. I boicottaggi avvenivano per mezzo e bocca dei leader locali benvoluti dai vertici. Un sistema piramidale che vige a Roma e si ripete in tutte le regioni, col ‘capetto' e il ‘vicecapetto' di turno"

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