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Zainab, stuprata e uccisa a 6 anni: condannato a morte in pubblica piazza l’assassino

Sarà impiccato in piazza, davanti alla gente, Imran Ali l’uomo che è stato riconosciuto colpevole di aver stuprato e ucciso una bimba di 6 anni, Zainab Amin.
A cura di Giorgio Scura
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Un tribunale speciale pachistano ha inflitto oggi a Lahore quattro condanne a morte, un ergastolo e una forte multa all'imputato Imran Ali, riconoscendolo colpevole dello stupro e assassinio di una bambina di sei anni di nome Zainab Amin. La bambina, di cui Imran era lontano parente, era scomparsa da casa a Kasur il 4 gennaio e il suo cadavere era stato ritrovato il 9 gennaio vicino ad una discarica, in una vicenda che ha suscitato una forte commozione sia in Pakistan sia a livello internazionale. Le condanne a morte sono state comminate per sequestro, stupro, omicidio e per atto di terrorismo. L'ergastolo ha riguardato invece l'accusa provata di sodomia.

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Il tribunale speciale anti-terrorismo ha anche aggiunto alle quattro condanne a morte e all'ergastolo una multa equivalente a 14.500 euro. Conversando con i giornalisti a Lahore, il pubblico ministero Ihtisham Qadir ha ricordato che l'imputato ha 15 giorni di tempo per presentare appello contro la sentenza. All'inizio del dibattimento in aula l'avvocato difensore aveva rinunciato all'incarico "per motivi di coscienza" dopo la confessione piena resa da Imran Ali. I genitori di Zainab, presenti in aula hanno lodato la decisione dei giudici ed hanno chiesto che l'impiccagione dell'imputato su una pubblica piazza. 

Sull'uomo si concentrano inoltre i sospetti della morte di altre sette bimbe, tutte violentate e uccise nell'ultimo anno. La violenza contro le donne raggiunge picchi allarmanti in Pakistan e il brutale assassinio della piccola Zainab Amin, rapita mentre i genitori erano in pellegrinaggio in Arabia Saudita e lei stava andando una lezione di Corano, ha provocato la rivolta della popolazione locale.

Cosi', quando il cadavere della bimba è stato ritrovato il 9 gennaio scorso vicino ad una discarica, la gente è scesa in strada, si è scontrata con la polizia e l'ha accusata di incompetenza. Le proteste e gli incidenti sono proseguiti per tre giorni e hanno causato la morte di due persone.

Di fronte alla minaccia del dilagare della protesta e alla commozione suscitata a livello nazionale e internazionale, le autorità sono state costrette a dare una caccia spietata all'assassino, Imran Ali, un 24enne vicino di casa della vittima.

Il ragazzo è stato alla fine arrestato il 23 gennaio nonostante avesse abbandonato Kasur e si fosse tagliato la barba per rendersi irriconoscibile. Lo ha inchiodato il test del Dna su una goccia di sangue trovata su una foglia vicino al cadavere della piccola. E alla fine ha confessato.

Parlando con i giornalisti dopo la lettura della sentenza, resa in tempi decisamente rapidi rispetto agli standard pakistani, il pubblico ministero Ihtisham Qadir ha spiegato che "le condanne a morte sono state comminate per sequestro, stupro, omicidio e per atto di terrorismo". L'ergastolo ha riguardato invece l'accusa provata di sodomia. I giudici, ha aggiunto, hanno aggiunto anche sette anni di carcere per dissacrazione di cadavere ed una multa equivalente a 14.500 euro. Il Pm ha inoltre assicurato che nelle prossime settimane Imran Ali tornerà nuovamente davanti ai giudici per difendersi anche dalle accuse riguardanti le altre piccole vittime. La mamma di Zainab, in aula insieme al marito, ha chiesto che l'assassino sia impiccato in pubblico, "nello stesso luogo – ha detto – in cui ha abbandonato il corpo della mia povera figlia". Adesso il condannato ha 15 giorni per presentare ricorso nell'Alta Corte di Lahore.

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