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Vaticano, vittime di pedofilia protestano a San Pietro: “Noi esclusi dall’incontro”

Protesta a ridosso del Colonnato di Piazza San Pietro delle vittime di pedofilia riunite nell’organizzazione internazionale Ending Clergy Abuse. Peter Sanders, vittima australiana ed ex membro della pontificia commissione per la tutela dei minori: “I funzionari vaticani che stanno organizzando il summit sugli abusi hanno scelto di parlare solo con le vittime che vogliono loro”.
A cura di Susanna Picone
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Protesta in via Paolo VI, a ridosso del Colonnato di Piazza San Pietro, delle vittime di pedofilia riunite nell'organizzazione internazionale Ending Clergy Abuse, che riunisce persone di 22 Paesi nel mondo. Una protesta che nasce dal fatto che la loro delegazione non è stata ricevuta dal comitato organizzatore del summit sulla Protezione dei minori al via da domani in Vaticano assieme ad altri che invece hanno potuto accedere all'incontro. Peter Saunders, uno dei portavoce dell'organizzazione Ending Clergy Abuse (egli stesso vittima di abusi ed ex membro della pontificia commissione per la tutela dei minori), ha parlato con la stampa: “Non ci ricevono come ECA. Hanno scelto di parlare con le vittime che vogliono loro ma devono capire che noi rappresentiamo 22 Paesi”, ha spiegato sottolineando di non aver ricevuto spiegazioni per tale rifiuto. Già nei giorni scorsi l’associazione delle vittime ha chiesto “tolleranza zero”: “Ogni prete colpevole deve essere dimesso dallo stato clericale e anche i vescovi che hanno coperto devono essere espulsi dalla Chiesa. Chiediamo che sia obbligatorio per tutti i vescovi denunciare alle autorità civili i casi di abuso”, le parole del portavoce Peter Isely. Alla protesta in via Paolo VI partecipa anche una rappresentante messicana delle vittime di Macial Marciel, “il peggior mostro di tutta la storia della Chiesa”, che ha detto: “Ancora queste vittime stanno aspettando delle scuse formali, nessun Papa, neanche Francesco quando è andato in Messico, ha voluto riceverle”.

Vittime deluse dall'assenza del Papa

“Che cosa succederà alla fine del summit? Non lo so, ancora incontri, ancora discussioni, ma qual è il piano? Non c’è un piano. Abbiamo parlato del fatto che bisogna agire, e quello che abbiamo chiesto è: che cosa sarà diverso lunedì da oggi? Abbiamo parlato della messa sotto accusa, dell'accountability e delle aspettative delle vittime”, ha detto Peter Isely, ricevuto questa mattina dal comitato organizzatore del summit sulla Protezione dei minori in Vaticano. “Ci hanno detto – ha aggiunto -: lunedì avremo il comitato esecutivo, avremo un meeting e un altro meeting e poi metteremo un piano insieme e quando abbiamo chiesto qual è il piano ci hanno detto lo avremo lunedì, lunedì vedremo. Non è sufficiente fare un piano, che comunque non abbiamo ancora visto, e continuare a dire che i vescovi ancora non capiscono la questione degli abusi. Come puoi essere un vescovo, dare una educazione e non saper prevenire la violenza su un bambino? Questo è stupefacente”, ha proseguito. E ancora: “Quello che vogliamo è ovvio, fare una legge universale per cui se hai abusato o hai coperto vieni eliminato dalla Chiesa. L'atmosfera dell'incontro? Gli ho detto non penso che vorrete mai più vedermi qui dentro, e loro mi hanno detto, no al contrario. Insomma, sono stati anche gentili ma ci sono stati momenti tesi. Hanno preso molti appunti, vogliono sapere ancora da noi ma qui il punto è quali informazioni abbiamo noi da voi”. Isely ha anche detto che la prima cosa che è stata chiarita è la delusione per l’assenza del Papa: “Dov'è il Papa? Noi, le vittime, vogliamo parlare con lui e staremo qui a Roma, fino alla fine del summit, finché questo incontro non ci sarà”. “Alla fine del meeting – ha fatto sapere Isely – l'arcivescovo Scicluna ci ha detto, ‘beh io non sono il Papa'. Questo è il problema: non è il Papa e noi dobbiamo parlare con lui. Venga fuori a parlare con noi”. Ribadita la richiesta di tolleranza zero: “Serve che il Papa emani una legge universale per terminare gli abusi ora, non lunedì o martedì”.

Papa Francesco: “Saranno giornate di dialogo e comunione” – “Da domani vivremo alcune giornate di dialogo e comunione, di ascolto e discernimento. Possano essere un tempo di conversione. Non vogliamo annunciare noi stessi, ma Colui che è morto per noi”, il messaggio intanto inviato da papa Francesco che, tramite Twitter, ha parlato del vertice antiabusi che si tiene in Vaticano da domani a domenica. In Vaticano si troveranno faccia a faccia i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo per affrontare il tema degli abusi sessuali e della pedofilia nella chiesa nell'incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”.

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