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Usa, Trump concede la grazia a 73 persone: c’è anche l’imprenditore italiano Tommaso Buti

C’è anche l’imprenditore Tommaso Buti tra le 73 persone graziate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel suo ultimo giorno in carica: il 54enne fiorentino è stato condannato per riciclaggio e truffa aggravata nel 2010 in merito al fallimento della sua catena di ristoranti “Fashion Cafè”.
A cura di Chiara Ammendola
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L'imprenditore Tommaso Buti
L'imprenditore Tommaso Buti

Sono 73 le persone che hanno ricevuto la grazia dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel suo ultimo giorno in carica: tra questi, oltre a Steve Bannon, ex consigliere e stratega di Trump arrestato lo scorso agosto con l'accusa di truffa e riciclaggio di denaro, c'è anche l'imprenditore italiano Tommaso Buti.

Proprietario della catena di ristoranti "Fashion Cafè" il 54enne è stato posto sotto inchiesta per frode proprio in merito alla bancarotta della catena, anche se finora non c'è stata alcuna condanna negli Stati Uniti. Fu arrestato in Italia a fine 2000 su richiesta della magistratura di New York per riciclaggio e truffa aggravata ma non è mai stato estradato negli Stati Uniti. I suoi guai con la giustizia però non riguardano solo gli Stati Uniti ma anche l'Italia: è stato condannato dal tribunale di Firenze lo scorso maggio a cinque anni e dieci mesi per bancarotta fraudolenta della società "Sfere", collegata all'azienda di orologeria che portava il nome dell'imprenditore. Una condanna dallo stesso tribunale due mesi dopo è giunta per il fallimento del lussuoso locale fiorentino "Nove": quattro anni e sei mesi la condanna in questo caso.

Tramite l'avvocato Valeria Calafiore Healy, Buti ha così ringraziato Trump: "Il provvedimento del presidente americano – scrive il legale in una nota – riguarda ipotizzati reati contro il patrimonio occorsi più di 20 anni fa e per i quali l’imprenditore italiano fu già processato in Italia e alla fine prosciolto dalla Corte di Appello nel 2007″. Con quelle di oggi, arrivano a 143 le persone che hanno ricevuto la grazia da Trump. Steve Bannon era accusato di truffa per la raccolta fondi online We Build The Wall, ideata per la costruzione del muro al confine tra Stati Uniti e Messico. I procuratori federali di Manhattan lo accusavano di aver "escogitato una truffa ai danni di centinaia di migliaia di donatori" grazie ai quali erano stati raccolti 25 milioni di dollari.

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