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Usa, atleta 16enne squalificata da una gara perché indossa lo hijab: “Ho il cuore spezzato”

Noor Alexandria Abukaram è una ragazza musulmana di 16 anni che vive in Ohio e che lo scorso weekend ha scoperto di essere stata squalificata da una gara di corsa solo perché indossava lo hijab. La giovane ha saputo quanto deciso dai giudici solo dopo la gara: “Qualcosa di cui avevo sempre avuto paura era diventato realtà”.
A cura di Susanna Picone
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Noor Alexandria Abukaram è una ragazza di 16 anni che vive in Ohio e che lo scorso weekend è stata suo malgrado protagonista di una decisione che, come la stessa giovane ha spiegato, le ha “spezzato il cuore”. La sedicenne fa parte della squadra di corsa campestre della scuola “Sylvania Northview High School” e sabato scorso ha partecipato a una gara. Lei è musulmana per cui durante le competizioni indossa lo hijab e i pantaloni lunghi. Proprio questo modo di vestire l’ha portata alla squalifica. La sedicenne ha raccontato quanto accaduto alla Cnn, sottolineando che per lei è stata una grande delusione essere squalificata da una gara soltanto a causa del suo hijab, qualcosa che fa parte di lei. “Sento che i miei diritti di atleta sono stati violati, perché non esiste nessuna regola che vieti nello specifico di indossare lo hijab”, ha commentato quindi la ragazza spiegando che, tra l’altro, la squalifica le è stata comunicata solo a fine gara, dopo che lei aveva partecipato e anche ottenuto un ottimo risultato.

Lo sfogo della sedicenne: "Un incubo diventato realtà" – A quanto ricostruito dai media americani, al momento della registrazione alla gara i giudici hanno controllato le divise dei partecipanti e alla giovane musulmana non hanno detto nulla per cui la ragazza ha svolto la sua gara regolarmente. Subito dopo la gara, quando è andata a controllare la classifica, ha avuto la brutta sorpresa: il suo nome non compariva accanto a quelli dei suoi compagni. E solo a quel punto ha scoperto che era stata squalificata “per aver indossato indumenti non a norma durante la gara”. “Ho sentito il cuore sprofondare, mi è venuta la nausea e mi sembrava che qualcuno mi avesse dato un pugno nello stomaco. Qualcosa di cui avevo sempre avuto paura era diventato realtà”, si è sfogata la ragazza, che mai aveva vissuto una umiliazione simile. L’allenatore della squadra ha poi raccontato che i giudici avevano subito contestato la divisa di Noor e gli avevano chiesto se avesse un’autorizzazione: “Dato che non ne avevamo una, mi hanno dato tre opzioni: sostituirla con un’altra atleta, chiederle di togliere lo hijab o lasciarla gareggiare sapendo che sarebbe stata squalificata. Non mi hanno dato modo e tempo di discutere, quindi ho scelto di farla correre”. La storia della sedicenne musulmana ha scatenato una discussione anche sui social e la stessa giovane, attraverso Facebook, ha ringraziato tutti coloro che le stanno dimostrando amore e sostegno: “Dovevo fare qualcosa affinché nessun altro atleta in gara con hijab debba sopportare l'umiliazione e l'angoscia che ho vissuto io lo scorso weekend”.

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