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Uccise la madre e ne mangiò i resti: “Mi avevo reso la vita impossibile”. Inizia processo al cannibale

La terribile vicenda nel 2019: il presunto assassino, Alberto Sanchez, oggi 28enne, aveva confessato tutto. Ma in questi giorni in aula ha detto di non ricordare nulla. Una vicenda terribile, che sta monopolizzando l’attenzione dei media iberici dopo l’apertura a Madrid del processo al “cannibale de la Guindalera”.
A cura di Biagio Chiariello
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È cominciato da qualche giorno a Madrid il processo nei confronti di Alberto Sanchez, accusato di aver ucciso e smembrato il corpo di sua madre nel febbraio 2019. Quando la polizia arrivò sul luogo del delitto trovò il cadavere di una donna di mezza età, massacrato, i resti sparsi in varie stanze della casa. L'accusato, che adesso ha 28 anni, confessò che l'aveva uccisa perché gli aveva reso "la vita impossibile" e ne aveva mangiate alcune parti, mentre altre le aveva date al cane. Una vicenda scioccante, che ha catalizzato l’attenzione dei media spagnoli in quello che i giornali hanno già definito il processo al "cannibale de la Guindalera". Il caso è riportato dai media locali, che hanno rese note le dichiarazioni dei poliziotti coinvolti nel caso di fronte al giudice e alla giuria popolare chiamati a valutarlo.

Il processo al cannibale de la Guindalera

I dettagli che emergono dalle indagini di quei giorni sono davvero macabri: Sanchez, dopo aver ucciso la madre 66enne, avrebbe portato il corpo in camera da letto, e nei quindici giorni successivi al delitto avrebbe più volte mangiato i resti della donna. Ma in questi giorni in aula, l'accusato ha detto di non ricordare di aver commesso il delitto. Ma ha ammesso di aver sentito voci che gli dicevano di ucciderla. La procura ha chiesto nei confronti di Sanchez una condanna di 15 anni per l'omicidio della madre e di 5 mesi per la profanazione del cadavere. Secondo le deposizioni fatte dalle parti nelle udienze in corso, l'imputato aveva problemi di droga ed era in vigore contro di lui un'ordinanza restrittiva nei confronti della madre. La vittima lo aveva denunciato 12 volte, anche se per spiegare la presenza dei lividi sul collo e sulle braccia, ai vicini raccontava di essere caduta mentre portava a spasso il cane. La difesa punta all'infermità mentale.

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