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Uccide la figlia di 15 mesi e getta il corpo nel fiume: “Era posseduta dal demonio”

La 24enne aveva parlato di un uomo nero e ubriaco che le aveva rapito la piccola.
A cura di A. P.
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Ha portato la figlioletta di appena 15 mesi  in un parco pubblico della sua città, poi mentre giocava l'ha soffocata e infine ha gettato il corpicino della bimba nel fiume perché secondo lei era posseduta dal demonio. La terribile storia arriva da Melbourne, in Australia, dove la donna, Sofina Nikat, ha finalmente confessato il delitto dopo aver cercato in vari modi di nasconderlo parlando di un misterioso rapimento ad opera di sconosciuti.

La 24enne inizialmente ha detto alla polizia che il suo bambino era stato strappato dalla carrozzina da un uomo a piedi nudi di aspetto africano che puzzava di alcol, ma messa alle strette infine ha confessato tutto dicendo ai detective che aveva mentito perché scioccata da quello che aveva realmente fatto alla sua bambina La donna ha spiegato che in quel momento credeva che la piccola, Sanaya Sahib, fosse "posseduta dal demonio e che con la morte sarebbe  "andata in un posto migliore".

Il dramma in un parco della città australiana nell'aprile dello scorso anno. La donna, inizialmente accusata di infanticidio, ora potrebbe anche evitare il carcere dopo la custodia cautelare perché una perizia medica psichiatrica ha stabilito che soffriva di una grave depressione post parto. Secondo alcuni familiari, la donna aveva parlato numerose volte di uccidere se stessa e la sua bimba chiedendo alla figlia: "Perché dovevi nascere e perché dovevi rendere la mia vita così miserabile?". All'epoca la 24enne era separata dal marito che aveva sposato in nozze concordate e viveva in una casa famiglia dopo essere stata vittima di violenze domestiche.

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